A scorrere le cronache di questi giorni sembra già tutto deciso. Il sindaco Damiano ha chiamato a consulto il Pd, dopo avere spezzato l’ultimo filo che lo legava al centrodestra, quello che lo teneva unito al senatore D’Alì, con l’altro pezzo della sua alleanza Fazio è noto che ha rotto da tempo, ma la cosa è stata reciproca e quasi contestuale, già durante la stessa campagna elettorale nonostante le gigantografie che li vedevano abbracciati, vicini e sorridenti, e questo dimostra quanta ipocrisi gira per i corridoi della politica nostrana. Consultazioni aperte e concluse. Nel cassetto Damiano avrebbe già la lista degli assessori. Deve invece ancora scrivere l’intervento annunciato in aula consiliare per la seduta del 13 marzo. La Giunta delle larghe intese? La Giunta di Salute Pubblica? Per adesso pare che prevalga l’ipotesi della Giunta dell’inciucio. E dalla sua parte il sindaco Damiano è notorio che ha trovato un grande esperto degli accordi politici mica tanto sotterranei, un manovratore della prima repubblica tornato a riemergere. L’ex editore di Tele Scirocco Peppe Bologna. Non ha più la tv (della quale comunque si sente la mancanza non solo perché a Trapani il pluralismo dell’informazione è quasi azzerato ma anche perché per anni ha saputo garantire un pezzo di informazione seria e libera, non c’erano solo i tg ma le rubriche, i settimanali, poi ogni tanto saltavano fuori le “bolognate” però quantomeno ci metteva la faccia), ma ha riacceso la mente friggitrice di tante idee.
Non c’è dubbio che Bologna oggi è il consigliere del sindaco. Per sapere qualcosa di più abbiamo interpellato la prof. Sabrina Rocca che fu candidata, in nome del fronte del centrosinistra (Pd e Sel). Ma anche qui ci sarebbero da fare alcune sottolineature, perché la sua potrebbe essere stata semmai più espressione della società civile che non tanto del Pd che dovette accettarla solo per nascondere gli inciuci, con l’altro fronte, che già allora scorrevano a fiumi. Centrodestra che si presentò con due candidati, Damiano (D’Alì/Fazio) e Maurici (Gianfranco Miccichè, Scilla, e in sede locale Ruggirello, Bianco e una cordata di socialisti).
La prof. Rocca delle strategie di Peppe Bologna pare che sappia tante cose. O no?.
“Già alla vigilia del primo turno Bologna mi chiedeva di preparare una stesura del nostro programma utile per essere condiviso con il candidato Damiano. Richiesta che si fece più pressante in vista del ballottagio. Lo scopo, a detta di Bologna, era quello ovviamente di un mio appoggio palese al candidato Pdl. Storia vecchia , quindi, e cara a Bologna questa di promuovere un accordo Pd -Ppdl spacciandolo per “intesa programmatica”. Ovviamente si rispose di no, sia per una indisponibilità mia a qualsiasi inciucio sia sulla base delle indicazioni che avevamo dal nazionale del Pd e di Sel”.
E qui si inserisce il giallo sulla famosa cena tra Lei, D’Alì, Damiano. Ci fu o no?
“Ma quale cena. Al solito si vedono le cose che non ci sono e si trascurano le cose vere. L’incontro con Damiano, comunque, lo feci e non a cena e senza tante altre presenze e soprattutto senza misteri, dopo avere sentito i segretari dei due partiti che mi sostenevano e, appunto, i vertici regionali e nazionali”.
Non si mangiava quindi e si presume allora avete parlato tanto?
“Devo dire che il generale mi disse, e senza mezzi termini, di non essere affatto interessato ad ottenere l’appoggio dei due partiti quanto, piuttosto, un mio personale impegno. E ovviamente la cosa mi stupì alquanto. Innanzitutto perchè non ho mai considerato il mio impegno come scindibile da un progetto politico”.
Magari spinta a fare quell’incontro proprio da Bologna e dal Pd?
“Se è possibile che esponenti del pd condividessero già allora la proposta di Bologna? Non lo escludo affatto. Il progetto di un candidato di sinistra a Trapani , ce lo ricordiamo tutti, non fu cosa facile da far passare nel partito. Ed era palese che se da una parte c’erano dirigenti e candidati al consiglio comunale che , da subito, si impegnarono a sostenere Maurici non escludo che altri fecero lo stesso a favore di Damiano. Ma questo , credo, rende solo più eclatante il risultato ottenuto dal progetto rappresentato dalla mia candidatura”
Ed oggi?
“La volontà di rimandare al mittente le proposte Damiano/Bologna da parte della Rocca non è cambiata. Questa è una città che deve cambiare soprattutto in chi in decenni l’ha governata, anzi sgovernata, e parlo anche di chi è rimasto sapientemente anche dietro le quinte”.