a cura di: Dott. Fabio Settipani, Psicologo – Psicoterapeuta
I disturbi d’ansia sono caratterizzati da uno stato psico-fisico contraddistinti da una vasta casistica di sintomi i quali possono manifestarsi con un senso di agitazione, paura, tremore fisico in diverse parti del corpo, oppure interno, palpitazioni e tachicardia, affanno nella respirazione, nausea, ipersudorazione. In certi casi, può manifestarsi anche un senso di pesantezza alla testa, tensione ed irrigidimento muscolare, dolori al petto o alla pancia.
Quando l’ansia raggiunge livelli molto elevati, può manifestarsi come attacco di panico, che si manifesta prevalentemente con una improvvisa sintomatologia, quale forte tachicardia, difficoltà respiratorie ed un forte senso di angoscia, spesso descritto come “paura di morire” o di “perdere totalmente il controllo di sé”.
Di solito, quando compaiono per la prima volta i primi sintomi dell’ansia, si è portati a pensare che essi siano transitori e che presto scompariranno. Tuttavia, questi disturbi tendono spesso a ripresentarsi e talvolta ad aggravarsi e, se non trattati, possono evolvere in ansia generalizzata, oppure possono assumere varie forme, come le fobie, i disturbi ossessivi-compulsivi o gli attacchi di panico.
La cura dell’ansia consiste nell’intraprendere una psicoterapia e, nei casi in cui i sintomi risultino eccessivamente fastidiosi, alla psicoterapia si può associare una terapia farmacologica, prevalentemente a base di ansiolitici ed antidepressivi.
Possiamo individuare un’ansia fisiologica, dovuta ad un senso di normale agitazione, ad esempio quando ci troviamo ad affrontare una prova importante. In questo caso, il sistema nervoso centrale produce contenute quantità di adrenalina e nor-adrenalina, le quali consentono di attivare in maniera ottimale tutto l’organismo, migliorando anche l’irrorazione di sangue, e quindi, di ossigeno al cervello, pertanto, rendendo l’individuo alquanto vigile ed attento.
In natura, l’ansia costituisce una risposta di fuga dal pericolo, pertanto, è un meccanismo indispensabile alla salvaguardia della nostra incolumità. Infatti, quando ci troviamo in una situazione di pericolo, il nostro organismo attiva immediatamente una serie di reazioni ormonali e neurochimiche a catena, che consentono di garantire la massima reattività per la salvaguardia di sé.
Perché, allora, l’ansia può diventare una patologia? L’uomo è un animale caratterizzato da complessi sentimenti ed emozioni, da attitudini del tutto individuali alle più svariate dimensioni della vita, ad esempio, nel lavoro, in amore, nel piacere, nei rapporti con la famiglia e con gli amici, nelle passioni, ecc. Per esemplificare, possiamo affermare che l’uomo più felice è quello più in sintonia con le proprie attitudini personali. Orbene, può capitare che un individuo, a causa di svariate vicissitudini della sua vita, cominci a costruirsi ed a condurre un’esistenza alquanto in distonia con la parte più autentica di sé, talvolta avendone una scarsa coscienza. Ad esempio, se per fare felice mio padre ho intrapreso la carriera di avvocato, allorquando avrei voluto fare il medico piuttosto che il gelataio, mi sono costruito una falsa identità, distante dalle mie reali attitudini. Anche nella vita quotidiana può capitarci di non essere quelli che realmente siamo. Ad esempio, ci siamo mai chiesti quante volte finiamo per adeguarci agli altri, dicendo troppi si, quando invece vorremmo dire di no? Oppure, quante cose ogni giorno facciamo per dovere, trascurando troppo il piacere? In questi casi, potrebbero comparire dei disturbi d’ansia, come dei segnali di avvertimento del nostro inconscio che c’è qualcosa in noi che non ci stiamo vivendo nel modo giusto.
Altre volte, l’ansia può essere dovuta ad una vera e propria angoscia da separazione, laddove una persona dà per scontato che non può fare a meno di qualcun altro, sia per le piccole cose della vita quotidiana, che per la gestione delle problematiche più importanti. Anche in questa situazione, abbiamo perso di vista noi stessi ed il nostro valore, mettendo troppo la nostra vita nelle mani degli altri. Spesso, quando esageriamo col non ascoltarci, e viviamo una vita lontana dalla nostra vera autenticità, ci viene in aiuto qualche sintomo di ansia, il quale rappresenta un campanello di allarme per fuggire da una situazione indesiderata nella quale ci siamo andati a cacciare. Allora, piuttosto che aspettare che l’ansia passi da sé, o peggio, metterla subito a tacere con un ansiolitico, la cosa più saggia da fare è quella di fermarci e provare ad ascoltare noi stessi.
Al di là che siate in preda ad un disturbo d’ansia, ma a maggior ragione se lo siate, vi consiglio di porvi alcune domande: Chi sono io? Cosa mi rende felice? Quali sono i miei obiettivi nella mia vita? Mi appagano? Cosa nella mia vita mi dà fastidio? Cosa fa suonare davvero le mie corde? Perché non riesco a superare certi ostacoli? Pretendo forse troppo da me stesso o dagli altri? Sono troppo dipendente da qualcuno o da qualcosa? È davvero così necessario?
Se riusciamo a decodificare i segnali dell’ansia, riuscendo ad entrare a contatto col nostro mondo interiore, cambiando, di conseguenza, certi comportamenti non in sintonia col nostro vero essere, avremo la piacevole sensazione di percepire l’ansia come la nostra… migliore amica.