Trapani, la parola al sindaco

damianoOggi pomeriggio seduta di Consiglio comunale. Grande attesa per l’intervento di Damiano. Nuova Giunta, rimpasto, rimpastino o …Dietro le quinte si fa forte la presenza della massoneria

Il sindaco Damiano pare che abbia finito con le sue consultazioni. Che genere di consultazioni siano state non è dato sapere. Sappiamo che si è incontrato col Pd, ma è stata occasione per tornare a scontrarsi, sappiamo che ha incontrato i rappresentanti di alcune associazioni e i resoconti non sono stati entusiasmanti, è come se Damiano li abbia voluto incontrare, perché promotori, queste associazioni, della richiesta di sue dimissioni, avrebbe chiesto il perché della richiesta e viene quasi da intuire che gli sia comparsa la lacrimuccia. Ma, ripetiamo, questo si deduce dai resoconti per la stampa diffusi dalle stesse associazioni, in qualche caso si sarebbe posto il dito nella piaga Tares, ma poi viene da dire “aria fritta” e non certo per demerito delle associazioni. Aria fritta perché alla fine di questi incontri non sappiamo se il sindaco abbia parlato con le rappresentanze politiche, eccezion fatta per il Pd che ha reso nota convocazione ed esito del faccia a faccia, per tutti gli altri gruppi consiliari e partiti solo voci di corridoio, e i soliti titoli sui giornali. Un giorno Paolo Ruggirello e Peppe Bianco che stendono la mano al sindaco, il giorno dopo l’annuncio che l’hanno ritirata o nemmeno data, un giorno l’annuncio della mozione di sfiducia e poi voci di corridoio pronti a dire…”ma mica facciamo sul serio”. A nostro avviso le consultazioni del sindaco Damiano avrebbero dovuto avere anche altri interlocutori: le organizzazioni sindacali dei lavoratori e delle imprese, il volontariato sociale, i piccoli ed i medi imprenditori, il mondo dell’artigianato e delle professioni. Ma in fin dei conti il conto alla rovescia si è quasi concluso e stasera senza l’intervento di liberi interpreti, di diffusori del pensiero di Damiano, di consiglieri o “consigliori” nuovi e conosciuti, dalla viva voce del sindaco ascolteremo le sue intenzioni. Quello che oggi vogliamo sottolineare è invece lo scenario del Consiglio comunale di Palazzo Cavarretta, del quale poco si è parlato. I trenta consiglieri forse altrettanto a Damiano hanno in mano le sorti della città di Trapani, e quindi perché poco risalto alla loro attività? Si tratta di 30 consiglieri che sono stati eletti perché candidati in liste di partito.

A quasi due anni dal voto 10 dei 30 non hanno più un partito. Sono rappresentanti di se stessi. Sono Domenico Ferrante – Presidente – Antonino Bianco – Silvestro Mangano – Giorgio Colbertaldo – Nicolo’ Giarratano – Salvo Pumo – Francesco Briale – Andrea Vassallo – Tiziana Carpitella – Felice D’Angelo . L’aria che tira è quella che questo potrebbe diventare un gruppo ancora più numeroso. Oggi è il gruppo di maggioranza. Il resto della geografia consiliare è questo: ci sono sette gruppi, Mir 3, Pd 3. Lista Fazio 3, Ncd 3, Insieme per Trapani 4, Forza Italia 4. Con chi farà Giunta Damiano? Vista la ciurmaglia politica che si è creata non resta da pensare che quella nuova, se ci sarà, sarà solo una Giunta contrattata dal sindaco ad personam e francamente se davvero fosse così non si capisce che tipo di garanzie politiche, di trasparenza, di correttezza amministrativa potrà mai dare una Giunta di tal fatta. Meglio fare allora una Giunta del sindaco. Il clima non lo si nasconde è surriscaldato. Damiano ha fatto quello che ha già fatto il suo predecessore, Mimmo Fazio. Tutti e due hanno rotto con il senatore Antonio D’Alì senza dire e spiegare mai il perché. Damiano e Fazio hanno rotto e si sa il perché, il nuovo sindaco non gradiva in Giunta quella che sarebbe stata l’ingombrante presenza come assessore del suo predecessore che peraltro non gli aveva fatto mistero che voleva restare inquilino a Palazzo D’Alì per “togliersi qualche sassolino dalla scarpa”. Damiano dirà su questi fatti qualcosa stasera? Ascolteremo come tutti gli altri. Certo una cosa viene da dire senza indugi. Qualsiasi sarà la formazione di governo cittadino sarebbe importante per dare una svolta seria che ognuno dei nuovi componenti della Giunta, sindaco compreso, dichiarino la loro appartenenza o meno alla massoneria. D’altra parte le “segrete logge” dicono di volere essere trasparenti. Certo la cosa contraddice la pretesa segretezza, ma anche i massoni parlano di trasparenza e case di vetro. Non siamo abituati a girare attorno alle cose. Quando ne abbiamo sentore e riscontriamo fondatezza siamo abituati a dirle. E ciò che si è colto in questi mesi è il fatto che la massoneria non è stata a guardare. Tutt’altro. In Consiglio comunale quanto in Giunta avrebbe trovato precise sponde, “punciuti” o “simpatizzanti”. Così è se vi pare!

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.