Non è certamente il primo anno che il Comune emette un divieto di balneazione relativo a qualche tratto di Alcamo Marina: d’altronde la normativa regionale obbliga i sindaci dei comuni rivieraschi della Sicilia ad adottare idonei provvedimenti nel momento in cui i laboratori di sanità pubblica rilevano delle anomalie nei valori chimici delle acque marine.
L’ordinanza sindacale n. 58 del 04/04/2014, infatti, vieta la balneazione nella zona “foce torrente Canalotto” per un tratto di 200 metri poichè il tratto di mare in questione è stato classificato come “non adibito alla balneazione” nel documento redatto dalla Regione siciliana e relativo alla stagione balneare 2014 che avrà inizio l’1 maggio e terminerà il 30 settembre.
Eppure non è un evento straordinario: perchè quella zona risulta, puntualmente, con valori chimici alterati? Cosa si scarica nel torrente “Canalotto”? E chi scarica in quel torrente? Ma soprattutto, chi dovrebbe controllare?
Se la zona della città di Alcamo è quasi totalmente coperta dal servizio dell’impianto di depurazione delle acque reflue fornito dal depuratore di C.da Valle Nuccio, lo stesso non si può dire di Alcamo Marina in cui lo scempio della costruzione selvaggia delle abitazioni avvenuta negli anni ’70-’80 ha fatto sì che ci fosse, tra gli altri danni ambientali, anche lo scarico selvaggio delle cosiddette acque bianche e la zona “Canalotto”, proprio per la presenza del torrente, risulta sicuramente la più inquinata della costa alcamese.