SOMMA LOMBARDO. Nella notte è stata arrestata la moglie di A.Faraci, Aita Melina di 64 anni, che in questi giorni era sembrata la vedova affranta di un uomo ucciso senza apparente motivo. La svolta, a neanche una settimana dall’omicidio: gli inquirenti sono arrivati a lei dopo serrate indagini a tutto campo che scandagliavano la vita della coppia e dei figli alla ricerca di ogni particolare utile. Non si sa ancora molto, ma due giorni di silenzio stampa sono serviti a mettere a fuoco tutte le incongruenze riscontrate nei fatti descritti dalla donna che oggi dovrà rispondere di omicidio, aggravato dalla parentela, e di simulazione di reato, avendo messo in scena il furto per depistare le indagini.
La donna aveva dichiarato di aver trovato il marito già morto, rientrando in casa da una visita fatta alla figlia a Fagnano Olona, paese che dista pochi chilometri da Somma, ma agli investigatori era subito sembrato quanto meno strano il fatto che un uomo, debilitato da una lunga malattia, avesse potuto, anche solo accennare ad una se pur minima resistenza, visto che l’ipotesi iniziale era stata quella della rapina finita male. I militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, sono in attesa di altri riscontri che arriveranno dai colleghi del Ris, ai quali sono stati inviati l’auto in uso alla donna e numerosi altri reperti sequestrati nel corso del sopralluogo degli specialisti del Reparto operativo di Varese.
La Procura di Busto Arsizio ha disposto la carcerazione rilevando un alto pericolo di inquinamento delle prove e di fuga. La pista familiare era stata individuata da subito dagli investigatori come la più probabile, ma niente era stato trascurato. La donna è stata portata nel carcere di Monza e si è subito avvalsa della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio condotto dai carabinieri e dal pm. I carabinieri stanno cercando di ricostruire il movente del delitto, tra l’incredulità del vicinato che li descrive come una famiglia tranquilla e unita. La donna avrebbe ucciso il marito con tre coltellate al torace e una di striscio al collo per poi colpirlo alla testa con un soprammobile, un elefantino, trovato vicino al cadavere o forse prima lo ha stordito con il soprammobile e poi colpito con i fendenti; ma queste ipotesi sono al vaglio dei Ris che stanno ricostruendo il mosaico di indizi rilevati nella villetta. Il coltello al momento non è stato ritrovato ed è stata posta sotto sequestro anche la macchina della donna. Bisogna anche stabilire se si è trattato di un raptus di follia o di un uxoricidio premeditato.La notizia dell’arresto ha colto di sorpresa i più, dopo che al momento del finto ritrovamento la vedova aveva anche simulato un malore, per cui si era reso necessario l’invio di una unità del 118.