“Le tre regole di lavoro: 1. Esci dalla confusione, trova semplicità. 2. Esci dalla discordia, trova armonia. 3. Nel pieno delle difficoltà risiede l’occasione favorevole”.
Albert Einstein
Il lavoro, anche in tempi di crisi, rimane uno degli aspetti fondamentali della vita di ciascuno, motivo per cui il clima dell’ambiente lavorativo è un fattore fondamentale per il benessere di un individuo. Questo è vero soprattutto per ragioni economiche ma i soldi non sono l’unico aspetto importante di una mansione.
Numerosi studi ed esempi clinici hanno evidenziato che le persone percepiscono come più vantaggioso lavorare con una squadra cooperativa, e in cui si sentono a proprio agio, piuttosto che trovarsi in un ambiente conflittuale per guadagnare di più. Il ritorno economico pare non essere l’unico aspetto a cui i lavoratori guardano nel considerare la propria posizione.
Non è difficile immaginare le ragioni di tale risultato se si pensa che sul luogo di lavoro si trascorrono molte ore della propria giornata, e buona parte del tempo della propria vita, secondo gli standard richiesti dalla nostra società. Dalle gelosie alla competizione non sana, dall’invidia al vero e proprio mobbing il passo può essere breve perchè dal lavoro il disagio si manifesti e si trasferisca in altre sfere della propria vita.
Cattivi rapporti di lavoro si correlano con una tendenza a manifestare ansia e depressione in misura maggiore rispetto ad una popolazione con buone relazioni lavorative; ma senza il bisogno di passare per la patologia è evidente anche a livello empirico che una scarsa soddisfazione nel lavoro si può spesso tradurre in nervosismo che genera attriti prima di tutto in famiglia.
Da diverso tempo a questa parte le leggi hanno cominciato a fare qualcosa per tutelare la salute dei lavoratori attraverso le normative per il mobbing, ma ancor di più e in maniera più incisiva agirebbero i gruppi di discussione creati all’interno delle aziende stesse, pubbliche e private che siano. Da tempo esperti preparati nella gestione dei gruppi e del lavoro organizzativo si occupano di lavorare proprio all’interno di aziende per periodi di tempo limitati al fine di trovare le falle e garantire l’uscita dalle impasse che sono dannose per entrambe le parti in causa, il lavoratore e il datore di lavoro.
Se non tutti i lavori si svolgono in azienda, e se non sempre è possibile attivare percorsi di aiuto svolti da esterni, è sempre possibile dare spazio al buon senso e fermarsi un attimo a riflettere al fine di ricontrattare le condizioni lavorative e mettere in chiaro la propria posizione di lavoratore/datore di lavoro. Spesso alla base di molte incomprensioni, anche lavorativamente parlando, vi sta un non detto, un tacito accordo di fare senza concordare, che nel breve termine porta a dissidi e all’inizio di uno stato di malessere, e nel medio e lungo termine può generare anche disturbi più gravi.
Certo è che visti i tempi ad avercelo un lavoro ci si sente spesso già più che fortunati ma è vero anche che il lavoratore, qualsiasi sia la mansione e l’accordo di pagamento, è un soggetto che presta un servizio che insieme ai doveri da rispettare ha anche dei diritti da essere umano.