La richiesta di rinvio a giudizio è già sul tavolo del gup. E’ stata notificata anche agli indagati. Tutti eccellenti, personaggi noti della vita politica di Alcamo, a cominciare dall’ex senatore del Pd, Nino Papania. Gli altri indagati sono Massimiliano Ciccia, strettissimo collaboratore del parlamentare sotto inchiesta, il consigliere comunale Antonio Nicolosi (eletto con Italia dei Valori e adesso con l’Ucd-Psi, attualmente vicino al deputato Nino Oddo), e poi Filippo Renda, Giuseppe Bambina, Giuseppe Milana, Giuseppe Galbo. Contro di loro la pesante accusa di avere costituito una associazione a delinquere finalizzata alla compravendita di voti in occasione delle amministrative del 2012. E’ l’ennesimo ciclone investigativo che si abbatte sul voto che portò all’elezione dell’attuale sindaco del Pd, prof. Sebastiano Bonventre. Bambina, Renda, Milana e Galbo per la Procura di Trapani (la richiesta di rinvio a giudizio è firmata dal pm Rossana Penna) sarebbero stati longa manus del Nicolosi durante la campagna elettorale a sostegno dello stesso politico: garanzia del voto conquistate grazie alla consegna di pacchi alimetari, o promesse di assunzione presso l’Aimeri favorite dall’appoggio che avrebbe fornito il senatore Papania, interessato a quei voti a favore dell’allora candidato sindaco, poi eletto, Sebastiano Bonventre.
La magistratura ha “certificato” oltre 200 casi di compravendita del voto. Avrebbero sfruttato l’indigenza di numerosi nuclei familiari per i quali il diritto all’assistenza (alimentare) è diventato oggetto di un illegale ed illecito baratto elettorale. Famiglie finite assediate da una serie di associazioni apposta costituite e svanite all’indomani della consultazione elettorale regionale, seguita a quella amministrativa, e dove Nicolosi era anche candidato. Una delle associazioni assistenzialistiche portava il nome di “Legalità e trasparenza”. Le altre: Aida, associazione italiana distribuzione alimentare, associazione Il senso della vita. Ad agevolare l’accreditamento di queste associazioni presso il Banco delle opere di carità Sicilia, dove sono andati a rifornirsi di pacchi alimentari, che fnivano conservati presso un locale in via Veronica Lazio nonché in un garage di Nicolosi, sarebbe stato Massimiliano Ciccia, che a sua volta sarebbe uno specialista nel settore (attorno a lui si muovevano le associazioni Ambicult, Atlantide, Coop Sociale Lavoro, Iris, Onmci). Ciccia al senatore Papania avrebbe fornito l’elenco delle famiglie bisognose e successivamente il senatore avrebbe girato l’elenco a Nicolosi e company. Tra i sotterfugi usati per “conquistare” il voto anche la creazione di uno sportello patronale, Inpas, per disbrigo di pratiche sempre da parte delle famiglie più deboli e quindi più facili da “aggredire” elettoralmente. Anche questo patronato finì di esistere all’indomani delle elezioni. Galbo poi si sarebbe occupato di “contattare” uno ad uno gli operai dipendenti nei cantieri di lavoro dove lui operava come “istruttore”. Insomma uno al quale non si poteva dire di no! Le associazioni finite sotto inchiesta risultano costituite a partire dal novembre 2011, le prime distribuzioni di pacchi sarebbero cominciate dal Natale di quell’anno…in previsione delle successive elezioni del 2012.
Dopo l’indagine palermitana sulla gestione Aimeri, e le altre due indagini (una già definita processualmente, scattata dopo episodi intimidatori ai danni del sen. Papania, e un’altra che approderà ad ottobre dinanzi al giudice monocratico, e dove la Procura come parte lesa ha addirittura individuato i 36 mila cittadini iscritti all’epoca delle amministrative nelle liste elettorali), questo è il terzo capitolo d’inchiesta che mina le fondamenta dell’amministrazione Bonventre e incrina un sistema politico dove per la verità per decenni a reggerlo sarebbe stata più la trasversalità che un singolo schieramento o una singola coalizione. Un aspetto di natura politica finito però all’interno dell’alveo giudiziario.