TRAPANI. Venerdì ha perso la vita un turista israeliano che si trovava di fronte l’Ospedale Sant’Antonio Abate. Una morte che probabilmente poteva essere evitata solo grazie ad un po’ di buon senso piuttosto che ad un uso indiscriminato e insensato delle leggi. L’uomo, infatti, ha perso la vita per non essere stato soccorso davanti l’ospedale trapanese in quanto invitato a seguire la procedura standard di chiamare i soccorsi. Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Erice Giacomo Tranchida che ha dichiarato: “E’ a tutti noto che medici e paramedici devono considerarsi portatori “ex lege” di posizioni di garanzia, espressione dell’obbligo di solidarietà costituzionalmente imposto ex artt. 2 e 32 Cost., nei confronti dei pazienti la cui salute devono tutelare contro qualsiasi pericolo che ne minacci l’integrità.
Oltre al tragico evento, non si sottace il grave dubbio di violazione, in questa triste vicenda, degli art. 328 e 593 c.p. e per la quale si invita la Magistratura inquirente ad effettuare il doveroso approfondimento. Ciò che poi lascia un’amarezza ancor maggiore è la preoccupazione che i medici protagonisti possano aver calpestato il giuramento di Ippocrate e il codice deontologico che li obbliga ad intervenire (vedasi art. 8). Di certo l’amministrazione ericina, a tutela della propria comunità e degli ospiti, turisti e non, che ben volentieri accogliamo, di certo non intende restare passiva ed anche come comunità cittadina lesa si riserva di proporre apposita denuncia atta ad accertare ed eventualmente sanzionare le responsabilità correlate”.