Signore e signori, arriva l’estate! Si va al mare!
Per tante persone, mettersi in costume da bagno ed esporre il proprio corpo è un’esperienza molto imbarazzante, talvolta difficile da superare, anche dopo le prime volte che ci si è messi in costume. Spogliarsi, farsi guardare, aprire agli altri una parte di sé conservata per un anno intero sotto i vestiti, può avere delle implicazioni non semplici da sostenere, sia per le donne che per gli uomini. Diverse possono essere le sensazioni provate rispetto all’imbarazzo di far vedere il proprio corpo: vergogna, inadeguatezza rispetto agli altri, paura del giudizio, per non parlare degli eventuali sensi di colpa per aver trascurato il nostro corpo durante l’anno… e adesso che facciamo la prova costume, abbiamo troppa ciccia addosso! Queste sensazioni meritano tutto il rispetto possibile e non è il caso di ironizzare sulle persone che si sentono inadeguate nel mettersi in costume. Il nostro corpo è il luogo fisico della nostra intimità, dove si orienta l’immagine di noi stessi, elemento di scambio tra il nostro mondo interno e gli altri. I vestiti, oltre a ripararci dal sole o dal freddo, ci servono anche come involucro psicologico per salvaguardarci da eccessive esposizioni rispetto agli altri. Non tutti sono ben disposti a mostrare una parte della propria intimità all’esterno, al contrario, tutti abbiamo il diritto di salvaguardare la nostra intimità. È ovvio che ciascuno dà al proprio corpo un’accezione del tutto personale, considerandolo un elemento più o meno intimo, nelle sue parti e nella sua totalità. Se l’esposizione del corpo può costituire una difficoltà per una persona adulta, la questione può complicarsi per gli adolescenti. Infatti, il corpo di un adolescente è in continua evoluzione, quindi in continuo cambiamento. Un adolescente, sia maschio che femmina, deve continuamente ricalibrare l’immagine di sé in funzione dei cambiamenti del suo corpo. Visto che il suo sviluppo rappresenta una novità assoluta, l’adolescente tende ad avere delle insicurezze, così comincia a confrontarsi con gli altri, si chiede se il suo “nuovo” corpo sia più o meno adeguato ad essere esposto; il suo corpo cambia al di là del suo diretto controllo: che lo voglia o no, il suo corpo cambia. Inoltre, in un adolescente la situazione è resa ancor più complessa dai profondi mutamenti ormonali ed emozionali, si sviluppa una nuova sessualità, si scopre l’amore.
È indubbio che la nostra società, fondata spesso su falsi valori, come i miti dell’immagine, dell’eterna giovinezza e della super bellezza, che finiscono anche per diventare gli elementi centrali per un giudizio di valore sulle persone, non ci aiuta nel delicato processo di allineamento tra mente corpo e relazione. È come se, quando ci mettiamo in costume, automaticamente ci confrontassimo con un criterio universale di giudizio sul valore del nostro essere in funzione di come appare il nostro corpo. Tuttavia, a noi individui rimane ancora un certo margine per puntare profondamente al valore che è in ognuno di noi, al di là di come questo possa apparire agli altri, o di come il nostro valore si attenga più o meno ai criteri narcisistici della nostra società.
Non mi resta che augurarvi un in bocca al lupo per la vostra prova costume!
Dott. Fabio Settipani.
Psicologo – Psicoterapeuta