Don Librizzi risponde, l’Onu invece tace

TribunaleIl caso del sacerdote arrestato. L’alto commissariato per i rifugiati impedisce ai suoi funzionari di testimoniare. Il prete intanto oggi è comparso dinanzi ai pm.

Ha cominciato a rispondere ai pm don Sergio Librizzi il sacerdote arrestato martedì scorso a Trapani accusato di violenza sessuale, concussione e tentata concussione. Stamane l’interrogatorio. E’ durato un paio di ore. Ma c’è un segnale chiaro che fa capire che è stato solo il primo. Il difensore del sacerdote, l’avv. Donatella Buscaino, ha confermato ai cronisti che nessuna richiesta di revisione della misura cautelare è stata avanzata. Don Librizzi per adesso resta quindi in carcere. Nessuna indiscrezione su cosa don Librizzi abbia detto ai magistrati. Ieri al gip Cerosimo aveva fatto dichiarazioni spontanee avvalendosi della facoltà di non rispondere. Facoltà che non ha utilizzato oggi in occasione dell’interrogatorio condotto dai pm Di Sciuva e Morri. Intanto c’è fitta corrispondenza tra Procura e l’alto commissariato per i rifugiati, organismo dell’Onu. L’ufficio di Roma dell’alto commissariato ha vietato ai suoi funzionari di testimoniare come la Procura di Trapani aveva chiesto. Ha opposto attraverso il nostro ministero degli Esteri l’immunità diplomatica della quale godono i funzionari Onu. La decisione ha sorpreso la Procura di Trapani che però spera che questa decisione venga rivista. L’alto commissariato di occupa dei rifugiati e della loro tutela sotto la lente dei diritti che devono essere loro garantiti. L’indagine in corso dimostrerebbe che proprio questi diritti in molti casi sono stati disattesi per la condotta fuorilegge che sarebbe stata tenuta da don Librizzi componente della commissione ministeriale incaricata del riconoscimento dell’asilo politico. I funzionari chiamati a testimoniare sono proprio quelli che si sono occupati nel tempo di questa commissione. Ci sono quindi interessi coincidenti, e per questo ha sorpreso il “no” alle testimonianze opposto dall’alto commissariato. La Procura non esclude di rivolgersi direttamente, tramite la Farnesina, al segretario generale Onu se permanesse tale decisione da parte dell’ufficio romano dell’alto commissariato. Ma gli inquirenti sperano che la decisione venga rivista. L’intervento del segretario generale sennò diventerebbe necessario, perché è l’unica autorità che può decidere di sospendere l’opposta immunità diplomatica.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.