Tra le motivazioni della sentenza di settembre scorso a carico dell’esponente del Nuovo Centro Destra, D’Alì, si legge che lo stesso “ha intrattenuto relazioni con l’associazione mafiosa fino agli anni ’90, e che ne abbia con certezza ricevuto l’appoggio elettorale in occasione delle prime consultazioni alle quali si è candidato, ossia quelle dell’anno 1994”. Ma per questi reati è intervenuta la prescrizione e invece per i reati successivi l’imputato è stato prosciolto.
L’esponente politico trapanese di sicuro sarà soddisfatto e anche i propri difensori, Stefano Pellegrino e Gino Bosco, come si evince chiaramente da una loro nota: “La verita’ è che il senatore Antonio D’Ali’ e’ stato assolto. Non ha commesso ciò che gli veniva contestato ed è quindi stato giustamente assolto perché il fatto non sussiste, ogni altra considerazione e’ gossip”.
Ma come succede spesso in caso di prescrizione in molti si chiedono se non è doveroso che l’imputato, visto il suo ruolo politico, non faccia un passo indietro, perché prescrizione non significa non aver commesso il reato.