Come ogni anno, in un determinato periodo, è normale aspettarsi incendi, sia di natura spontanea, che per mano umana; così si può parlare di disastro annunciato per i roghi che imperversano per la Sicilia. Non ultimo quello che ha visto, purtroppo, protagonista la montagna di Castellammare del Golfo. Dopo questo ennesimo disastro in molti si sono indignati, tra questo Massimo Fundarò di Sinistra e Libertà, che così commenta: “l’ennesimo disastro ambientale annunciato, conseguenza del fuoco che ha divorato alcune parti dell’isola, testimonia come ancora niente sia stato fatto per approntare una politica strutturale ed efficace di prevenzione incendi in Sicilia”. Ma il problema non è solo regionale, perché colpe sono da attribuire a i livelli nazionale, che con la diminuzione dei “finanziamenti riguardanti il piano nazionale di prevenzione incendi”, come giustamente fa notare pure Fundarò, ha “compromesso la possibilità di pianificare un intervento adeguato su tutto il territorio nazionale. Prova ne è che i Canadair che sono intervenuti in Sicilia in questi giorni, arrivavano da Roma e sono in numero assolutamente insufficiente per tutta l’Italia. Lo scarica barile fin qui ha dato i drammatici risultati che abbiamo visto e vissuto nelle ultime ore”. “SEL – conclude Fundarò – chiede che venga completamente rivista tutta la politica nazionale e regionale riguardante questo settore, che si dia certezza ai lavoratori precari forestali attraverso un riordino complessivo del loro utilizzo, che si utilizzino nuove tecnologie satellitari per l’immediato avvistamento dei focolai e che si facciano cospicui investimenti per l’acquisto di mezzi adeguati per un efficace contrasto degli incendi”.
