TRAPANI. Si trova al cacerce di San Giuliano da lunedì sera ma continua a negare tutto la donna messicana madre del bambino di 5 anni trovato morto proprio all’inizio di questa settimana.
Aminta Altamitrano Guerrero, nonostante la lettera trovata dagli inquirenti, nega di aver procurato la morte del figlioletto e continua a riferire di averlo trovato privo di vita al suo risveglio. Così come raccontò subito ai vicini di casa chiamati tra le urla e la disperazione.
Versioni che si contrastano e una storia segnata da disagio e disperazione mentre gli inquirenti continuano le indagini non del tutto convinti dalla versione della donna. L’autopsia è disposta per questo pomeriggio, presso il cimitero di Alcamo, e sempre oggi dovrebbe essere sentito il padre del bambino, nel frattempo rientrato ad Alcamo dall’estero.
La signora è in isolamento al carcere di Trapani in attesa che il fermo venga convalidato o no. La Procura lamenta la fuga delle notizie sulla storia per i particolari della bambola voodoo che sarebbero emersi nelle scorse ore.
Un dramma familiare e umano che ha avvolto Alcamo in una cappa di incredulità e stupore per la piccola età del bambino e per i contorni poco chiari della vicenda. Pesante il sospetto che sia stata proprio la madre, gravata da una pesante depressione, a porre fine alla vita del piccolo in un gesto di estrema disperazione.