“Non ho ucciso mio figlio”

Lorenz RendaAminta Altamirano Guerrero nega davanti al gip ogni responsabilità per la morte di Lorenz

Anche dinanzi alle forte contestazioni dell’accusa, rappresentata dal pm Sara Morri, Aminta Altamirano Guerrero, la donna messicana di 33 anni, arrestata dalla Polizia lunedì notte per la morte del figlioletto, Lorenz di 5 anni, si è difesa dicendo che lei non ucciso il figlio. Entro domani il gip depositerà la sua decisione. La Procura che nella notte di lunedì ha disposto il fermo, ha chiesto l’emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio premeditato. La donna insomma per il pm Sara Morri avrebbe preordinato il piano di morte. Forse anche il suo suicidio. Così l’accusa deduce da quel biglietto accartocciato trovato dentro la borsa dell’arrestata, dove lei spiegava le ragioni della morte sua e del figlio. L’autopsia avrebbe confermato la causa della morte di Lorenz, avvelenamento. Bisognerà vedere se questo è stato dovuto all’antidepressivo utilizzato dalla madre, il cui flacone vuoto è stato trovato dai poliziotti gettato in un cestino dei rifiuti nella casa della donna, nella centralissima via Amendola di Alcamo. Capitolo a parte sarebbe invece la bambolina infilzata di spilli trovata anch’essa nella borsa di Aminta Altamirano Guerrero: “volevo solo sapere se mio marito mi tradiva”. Enzo Renda, marito dell’arrestata e padre di Lorenz, da tempo aveva lasciato la famiglia per andare a lavorare in Germania. Questo pare anche a causa di contrasti familiari. In Procura c’è un fascicolo di indagine che vede peraltro l’uomo indagato per maltrattamenti contro la moglie. Fascicolo che in queste ore viene anche riletto. La stessa Aminta Altamirano Guerrero in questa inchiesta sarebbe stata sentita tempo addietro dal pm Belvisi, titolare dell’inchiesta.
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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.