ALCAMO. Diverse e contrastanti le reazioni di esponenti della politica alcamese alle interrogazioni parlamentari dei Senatori pentastellari.
Il Partito democratico definisce “farneticanti” le esternazioni che hanno portato il movimento a definire la città di Alcamo come “regno di Messina Denaro”. La Reggenza del PD di Alcamo risponde duramente a queste parole mostrando una cerata irritazione a difesa di chi ogni giorno quotidianamente vive seguendo i principi di legalità e di costruzione di una società migliore. Dunque il Pd ha espresso piena solidarietà e sostegno civico, a Sua Eccellenza il Prefetto di Trapani Dott. Leopoldo Falco, massima autorità dello Stato nella nostra porzione di territorio.
“Rispetto alle vicende giudiziarie richiamate dai pentastellati, premettendo che la verità e la giustizia sono elementi imprescindibili per la crescita di una comunità, il Pd alcamese conferma la fiducia nella magistratura con la consapevolezza e con la speranza che, presto, sia accertata la Verità. Rispetto al Sindaco Sebastiano Bonventre, il Pd di Alcamo rinnova la stima e l’assoluta vicinanza nei suoi confronti riconoscendo coraggio e determinazione nella replica ai Senatori del movimento 5 stelle, e rinnovato amore per la città, per il ruolo che riveste e per aver rivelato alcuni particolari delle indagini in corso non ancora noti. Il Partito Democratico di Alcamo- continua la nota stampa- coglie l’occasione per rimandare al mittente le accuse di “Terra di Mafia” e al contempo per raccontare, ai “lontani” Senatori, che nella città di Cielo, negli ultimi vent’anni, con l’amministrazione Ferrara prima e Scala e Bonventre poi, grazie alla collaborazione dei tanti cittadini onesti, si è determinata una crescita sociale, culturale ed economica, determinando un contemporaneo ripristino della Legalità con una precisa attenzione alla lotta alla criminalità organizzata, cominciando, proprio, dalle scuole primarie”.
Differente la reazione di ABC, controparte interessata al riconteggio dei voti che hanno portato all’elezione del Sindaco Sebastiano Bonventre. IL Movimento alcamese sembra non far caso al pesante giudizio rivolto alla città; piuttosto concentra l’attenzione sulla risposta del Sindaco Bonventre fornendone un’interpretazione non di poco conto : “Una risposta scomposta è segnale che la domanda ha colpito un nervo scoperto. La risposta di Bonventre all’iniziativa dei Senatori del M5S è talmente furibonda che, piuttosto che smentire, conferma l’allarme lanciato dall’interrogazione parlamentare. Del resto, l’interrogazione lamenta semplicemente la lunghezza dei tempi che stanno trascorrendo, a fronte di una situazione che solo gli stolti fanno finta di non avere capito”. La questione centrale per il movimento diventa dunque l’atteggiamento dell’attuale Sindaco che, a parere dello stesso movimento, non dimostrerebbe di volere chiarezza sulla questione del voto. “Chi inveisce ed allude, probabilmente intende solo creare confusione, perché nella confusione la verità diventa più opaca e magari ci si vive meglio! Ecco forse la ragione della reazione accusatoria di Bonventre, totalmente gratuita, inappropriata e fuori luogo, nei confronti di persone assolutamente estranee ai fatti richiamati nell’ interrogazione dei senatori. Per questo motivo, chiediamo al sindaco Bonventre di fornire esaustive delucidazioni riguardo alla sua dichiarazione: se lui è a conoscenza delle gravi intercettazioni, deve riportare chiaramente le informazioni in suo possesso e indicare in dettaglio a cosa si riferiscono. Se non dovesse farlo, dovremo affrontarlo sul terreno che lui preferisce: la querela”. Parole di fuoco tra le due parti che non hanno mai accantonato i rancori bellici di una battaglia con ombre, entusiasmo e tanto voglia di cambiamento da un passato che ha intontito le menti dei cittadini. ABC conclude con la solita verve polemica: ” Se proprio vuole occuparsi di genealogia, provi semmai a ripercorrere la sua; se ha finalmente deciso di esaminare le intercettazioni, sarà di certo venuto a conoscenza di ciò che hanno fatto le persone che lo sostenevano, di come hanno ottenuto i voti, del profilo dei candidati delle sue liste. E, se fosse davvero onesto, la smetterebbe di ignorare la recente storia della nostra città e gli infamanti comportamenti tenuti. Seppur favorito da quelle condotte, potrebbe pubblicamente condannarle, e magari ammettere di essere a conoscenza delle promesse di posti di lavoro fatte in campagna elettorale, così come ha ammesso quando è stato interrogato dal Pubblico Ministero”.