Tutti i comuni italiani, dalle leggi “Bassanini” in poi, hanno visto diminuire le risorse provenienti dallo Stato, questo per rendere più responsabili i comuni stessi. Naturalmente ognuno ha tentato di portare acqua al proprio mulino: lo Stato, in pompa magna, dichiara di aver abbassato le tasse, invece ha solo dato il potere di aumentarle o meno ai comuni. Di contro, alcuni comuni hanno preso la scusa che lo Stato ha tagliato le risorse da inviare ai comuni, per aumentare tasse locali e per diminuire le spese per reparti importanti.
Naturalmente tutto questo rende confusionaria la situazione dei conti dei vari comuni, per questo il Comune di Trapani ha emanato un comunicato per chiarire sui propri conti e sulle manovre attuate per fronteggiare le gravi conseguenze che i tagli ai trasferimenti statali e regionali avrebbero potuto comportare.
“La pubblicazione di tali chiarimenti vuole altresì allontanare il sospetto, adombrato da taluno irresponsabile, che l’Amministrazione sia indifferente o incapace della gestione finanziaria dell’Ente”. Infine ” il Comune di Trapani, ad esercizio finanziario ormai da tempo chiuso, da un lato, si è visto ridurre le entrate”.
In poche parole tra diminuzione e diverse allocazioni, i conti sono saltati.
Nel particolare:
“Nel 2013, poco prima che fosse presentata in Consiglio comunale la bozza di bilancio, lo Stato aveva determinato i trasferimenti (fondo di solidarietà comunale) in favore del Comune di Trapani, tenendo conto del gettito stimato dei fabbricati di categoria D di totale sua pertinenza ad aliquota base del 7,6 per mille, in € 12.722.200,44 e la quota del gettito Imu che il Comune doveva versare allo Stato in € 2.982.647,50.
Al tempo stesso era stato precisato che nel caso in cui ci fosse stato un minor gettito delle somme che i cittadini avrebbero versato per i fabbricati di categoria D direttamente allo Stato, questo avrebbe provveduto a rettificare, entro il 31 marzo 2014, il trasferimento di € 12.722.200,44 in favore del Comune di Trapani e la somma di € 2.982.647,50 che invece il Comune di Trapani doveva allo Stato, con ripercussioni ovviamente sul conto consuntivo che doveva essere approvato dal Consiglio comunale entro il 30 aprile 2014.
Non riuscendo il Ministero a quantificare il gettito Imu dei fabbricati di categoria D ed a rideterminare il fondo di solidarietà comunale entro la data prefissata del 31 marzo 2014, con l’art. 7 del D.L. 6 marzo 2014, n. 16, convertito con modificazioni nella legge 2 maggio 2014, n. 68, è stato differito al 30 giugno 2014 il termine per l’approvazione del conto consuntivo 2013, specificando che nel caso in cui nel 2013 non fosse stato possibile impegnare integralmente le eventuali somme da restituire allo Stato, queste potevano, per la parte residua, essere previste nel bilancio 2014.
Solo il 24 giugno 2014, il Ministero dell’Interno ha reso noti i dati definitivi del fondo di solidarietà che per il Comune di Trapani è stato quantificato in € 9.418.494,29, anzichè in €
12.722.200,44. Al tempo stesso è stata rideterminata in € 4.448.979,05, anzichè € 2.982.647,50, la quota del gettito Imu che il Comune deve versare allo Stato.
Quindi, il Comune di Trapani, ad esercizio finanziario ormai da tempo chiuso, da un lato, si è visto ridurre le entrate (fondo di solidarietà comunale) di € 3.303.706,15 (€ 12.722.200,44 – € 9.418.494,29), dall’altro, si è visto aumentare la spesa (quota del gettito Imu da trasferire allo Stato) di € 1.466.331,55 (€ 4.448.979,05 – € 2.982.647,50), con un ammanco complessivo di € 4.770.037,70 (€ 3.303.706,15 + € 1.466.331,55).Solo l’attenzione e la lungimiranza dell’Amministrazione hanno evitato il peggio, ossia il consolidamento della spesa corrente ad un livello superiore alle possibilità dell’Ente, forte della comunicazione ufficiale del Ministero, dimostratasi solo il 24 giugno 2014 largamente infondata. Inimmaginabili sarebbero state le conseguenze per il Comune, che ha registrato il più alto margine di errore negativo rispetto a tutti gli altri enti, se le somme in argomento, anzichè essere accantonate, fossero state spese. Nella migliore delle ipotesi, l’Amministrazione avrebbe dovuto trovare nel 2014 la somma da restituire allo Stato di € 4.770.037,70 riducendo magari una spesa consolidata nel 2013 di ulteriori € 4.770.037,70, con effetto dirompente sul rispetto del patto di stabilità. Prudenzialmente, dopo attenta valutazione, anzichè provvedere a spendere le somme ufficialmente comunicate dallo Stato, l’Amministrazione comunale si è preoccupata di accantonare, già in sede di predisposizione del bilancio 2013, per la successiva restituzione allo Stato, la somma di € 4.400.000,00, corretta in sede di predisposizione del conto consuntivo, per non gravare sui difficili equilibri di bilancio (nel 2014, la manovra Renzi ha ulteriormente aumentato i già programmati ulteriori tagli dei trasferimenti dello Stato rispetto al 2013 e anche la Regione ha previsto consistenti riduzioni dei fondi in favore degli enti locali) e sul patto di stabilità del 2014, nella somma di € 4.770.037,70, che giustifica ampiamente la riapprovazione del conto consuntivo da parte della Giunta in data 27 giugno 2014”.