Chiarisce la posizione sul 416 ter il parlamentare del PD, davide Mattiello, componente della Commissione Antimafia e relatore di maggioranza alla Camera sul provvedimento. . “Prendo atto della sentenza di Cassazione sul caso Antinoro e delle polemiche che ha scatenato. Rammento che la parte del nuovo 416 ter finita nella bufera non fa altro che riformulare lo stesso concetto gia’ presente nella precedente stesura del 416 ter, che faceva riferimento alle ‘modalita’ del III comma del 416 bis‘”.
“Il legislatore riformulando il 416 ter e ampliandone significativamente il perimetro di applicazione – spiega Mattiello – ha inteso coerentemente ribadire il principio insito fin dalla prima stesura: se vogliamo colpire lo scambio tra il politico e il mafioso, bisognera’ provare che il politico abbia avuto consapevolezza di rivolgersi all’organizzazione mafiosa, la quale e’ per definizione, ex 416 bis, violenta nelle sue modalita’. La prova rigorosa va portata su questo aspetto del dolo: la consapevolezza che il politico sta trattando con una organizzazione mafiosa, quindi violenta. Mancando questo elemento soggettivo, viene meno lo scopo stesso della norma. Gli atti parlamentari danno prova di questo“.
Il deputato Pd chiarisce anche la situazione in merito alle polemiche sul 416 ter riformato “si scatenarono non su questo punto, ma sulla misura delle pene, fissate a 4-10 anni e giudicate troppo basse. Su questo punto ribadisco quanto sempre sostenuto: l’importante e’ mantenere la proporzionalita’ tra le pene applicate a condotte differenti. Se oggi Orlando annuncia l’aumento delle pene sul 416 bis, e’ pronto l’emendamento per aumentare quelle sul 416 ter'” .