CASTELVETRANO . Sono passati sei mesi da quando la chiesa madre di Castelvetrano fu chiusa per interventi di manutenzione straordinaria, adesso è stata riaperta. Gli interventi che hanno interessato il soffitto soffitto ligneo dipinto, che era minacciato dalla sconnessione e dalla precaria coibentazione della coperture; i canali di gronda non erano più recettivi a causa dell’ostruzione costante provocata dai piccioni. Con la revisione degli spazi si è data sistemazione più adeguata ai luoghi della celebrazione liturgica, secondo i principi di adeguamento voluti dal Concilio Vaticano II e ratificati dalla Cei. Il battistero è stato collocato in una zona più accessibile.
La cappella dei Ss. Crispino e Crispiniano detta dei “Calzolai” ha riacquistato funzionalità liturgica: in ausilio al battistero e come cappella delle celebrazioni feriali per piccole assemblee; qui sono stati rinvenuti, sotto gli intonaci, frammenti di affreschi del Seicento e gli archi in pietra. Nel corso dei lavori è stata rivista la pavimentazione dell’area celebrativa e ricollocato l’ambone ligneo, rinnovato nella sua struttura, in mezzo all’assemblea. Il progetto odierno prende spunto da un’ indagine accurata fatta alla fine degli anni ‘90 che fu portata avanti dall’Ufficio beni culturali della Diocesi di Mazara di Vallo, il cui direttore era don Leo Di Simone, ora arciprete a Castelvetrano.A quel primo intervento risale la bonifica delle cripte sotto il presbiterio le cui precarie condizioni minavano la staticità stessa dell’edificio. Oggi durante i lavori del cantiere è stato rivisto e potenziato anche l’impianto di illuminazione.