Archeologi nei Comuni: la nuova proposta di legge dell’on. Oddo per tutelare il patrimonio e far emergere professionalità inespresse

nino oddoProssimamente la figura dell’archeologo potrebbe occupare un posto anche all’interno degli uffici tecnici comunali. A proporlo è il deputato questore on. Nino Oddo, il quale ha presentato all’Ars un disegno di legge che mira alla tutela dei beni archeologici siciliani, proprio attraverso la figura di un esperto che, conoscendo il territorio, sappia dov’è giusto mettere le mani e dove non è lecito “compiere disastri”. “Questa mia proposta legislativa – spiega l’onorevole –  eviterà, in futuro, il perpetuarsi di scempi edilizi, ed inoltre consentirà di utilizzare tante giovani professionalità oggi inespresse”.

Nel documento viene sottolineato come la Sicilia, per la sua particolare posizione geografica al centro del Mediterraneo, sia stata per secoli crocevia di popoli e di culture e che oggi vanta uno dei patrimoni archeologici più ricchi al mondo. Allo stesso tempo, viene evidenziato come gran parte di questo patrimonio si trovi ancora  sotterrato o adagiato nei fondali  marini. In alcuni centri storici, come ad esempio Marsala – si legge nel documento – sono state portate alla luce intere necropoli. Per non parlare di tutti quegli innumerevoli reperti archeologici di rilevante importanza, rinvenuti in vari comuni siciliani. Un tesoro meraviglioso quanto sfortunato se si pensa a quell’indiscriminata cementificazione che ha mortificato la storia e la bellezza dei nostri luoghi. Da qui nasce l’esigenza di istituire nei vari comuni la figura dell’archeologo. Una figura che, secondo quanto sostenuto dall’onorevole, dovrà essere sempre presente in occasione di scavi in terreni comunali. Viene adesso da chiedersi: ci voleva la figura dell’archeologo per capire che certi danni non vanno arrecati? Ovviamente no. Ma se questa figura, qualora venisse approvato il disegno di legge in questione, può realmente e concretamente fare il miracolo, allontanandoci da altre ipotetiche future realtà di distruzione, trascuratezza e abbandono del patrimonio storico-culturale, che ben vengano tutti gli archeologi possibili all’interno degli uffici comunali. D’altro canto quel che più conta per noi è sperare che le cose migliorino, viaggiando sull’onda del cambiamento. Pertanto, come dice il buon detto, “meglio tardi che mai”.

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