Si tratta del “maestro Luigi” al secolo Luigi Manuguerra, ericino, a capo dell’”esercito di Silvio”. La condanna è diventata definitiva, 4 mesi ai domiciliari
La Procura di Trapani ha posto in esecuzione la pena detentiva diventata definitiva nei confronti di Luigi Manuguerra condannato a 4 mesi per voto di scambio. Lo scorso 14 ottobre i militari dell’Arma hanno posto in esecuzione il provvedimento della magistratura e per i prossimi 4 mesi Manuguerra dovrà stare ai domiciliari a espiare la pena. Viene da dire “il lupo perde il pelo e non il vizio”. Perché oltre 20 anni addietro Manuguerra, quando era consigliere comunale a Trapani, per il Psdi, incappò in analoga disavventura giudiziaria. L’odierna vicenda giudiziaria è scaturita da una denuncia del sindaco di Erice Giacomo Tranchida e si riferisce alle elezioni amministrative ericine dove Tranchida per la prima volta fu eletto sindaco, elezioni che si tennero nel 2007. Manuguerra ha promesso posti di lavoro in cambio di voti destinati alla propria moglie, Cettina Montalto, che era candidata e quindi per il candidato sindaco della coalizione avversa a Tranchida.
Il Tribunale ha assolto la Montalto, anche in via definitiva e condannato il solo Manuguerra . Oggi la Montalto siede al Consiglio comunale di Erice ed è uno dei punti di riferimento dell’organizzazione politica Forza Italia nel trapanese. Il marito, Luigi Manuguerra, abbandonata la veste di “mago” che per anni indossò dopo un apparente abbandono della politica (si faceva chiamare maestro Luigi) adesso si è gettato nell’agone politico ed è dello stesso credo politico della moglie e ci crede così tanto da essersi presentato in qualche occasione come il leader dell’”Esercito di Silvio”. Qualche mese addietro Manuguerra è stato raggiunto da un avviso di garanzia emesso dalla Procura di Trapani nell’ambito di una indagine che sembra ruotare attorno alle “minacce” (sotto forma di consigli) che avrebbero raggiunto alcuni testi che la Procura antimafia ha introdotto nella fase finale del processo contro l’ex sottosegretario all’Interno Antonio D’Alì. Consigli a “stare attenti” a quello che questi testi avrebbero dovuto dire nell’aula del processo contro il senatore D’Alì.