CASTELVETRANO. In merito alla riapertura della via Paolo Pappalardo, l’Udc di Castelvetrano, con i suoi consiglieri comunali Ingrasciotta e Barresi, chiarisce la propria posizione.
La riapertura al traffico veicolare – commentano i consiglieri – della Via Pappalardo, a nostro avviso, era ormai improcrastinabile per garantire il raggiungimento di quegli standard minimi di sicurezza che un’arteria stretta ed inadeguata come la Via La Farina non poteva offrire. Solo una fortunata coincidenza, infatti, ha consentito che in questi anni non si siano mai verificati danni irreparabili alle persone, ma solo danni alle abitazioni e piccoli incidenti, atteso che quella strada , per la sua conformazione non avrebbe mai potuto accogliere le migliaia di veicoli che giornalmente la attraversavano. Già fin dall’inizio, prima di mettere in atto un provvedimento che interessa la collettività, si sarebbe dovuto prevedere quali potessero essere gli effetti dello stesso, senza farsi trascinare dai voli pindarici dei progettisti . Ma siccome errare è umano, e perseverare è diabolico, rimediare all’errore è assolutamente lodevole, siamo convinti che bene ha fatto il Sindaco ad autorizzare questa nuova viabilità. Pur non di meno va precisato che la soluzione adottata, non è quella ottimale e va perfezionata come lo stesso sindaco ha già precisato, con la grande onestà intellettuale che ha sempre contraddistinto il suo operato. Siamo sicuri che questo avverrà nei prossimi giorni e siamo certi che con gli adeguati correttivi che saranno posti in essere il sito smetterà di essere l’occasione per qualche rancoroso di sfogare i propri malumori sui social network. Senza volerci sostituire a tecnici più preparati ci permettiamo di suggerire quali modifiche che si potrebbero apportare, la creazione da due a tre stalli a tempo per ridare positivo input alle attività commerciali e lo spostamento dei piloni a scomparsa per a delimitare la zona pedonale tra la stessa via e il teatro.
Scelte che faranno ancora discutere i cittadini di Castelvetrano su un progetto che non sembra mai essersi compiuto nella sua interezza.