PALERMO. Presentato ieri alla Mondadori di Via Ruggero Settimo il nuovo libro del poliziotto in incognito I.M.D.
“Leggendo il racconto e le riflessioni di I.M.D. ci si appassiona alla bellezza dell’Antimafia; quella vera, quella vissuta, con serietà e senso dei propri limiti, ma, allo stesso tempo, come “missione” in favore del prossimo”. (Tratto dalla prefazione di Antonino Di Matteo).
“La catturandi. La verità oltre le fiction” (Dario Flaccovio Editore) è il nuovo titolo del “sequel” al suo primo libro “Catturandi”. Alla presentazione erano presenti Lorenzo Baldo (giornalista di Antimafia duemila), il Professor Salvatore Costantino docente di Sociologia Giuridica e della devianza presso l’Università di Palermo, Piergiorgio Di Cara ex poliziotto della Mobile di Palermo e Luigi Lombardo segretario provinciale del SIAP.
I.MD., palermitano, è poliziotto, scrittore, criminologo e sindacalista. Laureato alla facoltà di Scienze politiche all’Università degli Studi di Palermo, Master di II livello a Roma in Criminologia e Scienze della pubblica amministrazione, da più di quindici anni è un investigatore della Squadra Mobile di Palermo. Ha partecipato insieme ai suoi compagni della sezione Catturandi all’arresto di boss mafiosi tra i quali Giovanni Brusca, Bernardo Provenzano, Salvatore e Sandro Lo Piccolo, Vito Vitale, Gianni Nicchi. Pluridecorato, promosso per tre volte per merito straordinario, oggi si occupa di mafie straniere e di prostituzione. Per Dario Flaccovio Editore ha già pubblicato: Catturandi (2009), 100% sbirro (2010 con Raffaella Catalano) e Dragoni e Lupare (2011).
In un’aula strapiena si attendeva anche l’arrivo del Dott. Nino Di Matteo, che all’ultimo minuto è stato costretto a rinunciare alla presentazione per motivi di lavoro. Gli ultimi piani di morte descritti dal boss Vito Galatolo hanno alzato il livello di allerta. “A Palermo si respira lo stesso clima di tensione di vent’anni fa”. In molti avvertono questa sensazione. Non avendo vissuto la Palermo degli anni ’90 non conosco il clima di tensione che si respirava. Però da quasi quattro anni ormai vivo a Palermo e percepisco una certa tensione, inesorabilmente trasformata in preoccupazione negli ultimi mesi. La sicurezza intorno a Nino Di Matteo è sempre più restrittiva. La preoccupazione per il tritolo che sarebbe stato disposto in alcuni cassonetti in giro per Palermo desta parecchia preoccupazione a molti. Preoccupazione che si percepisce giorno per giorno.
Importanti i temi trattati dal professore Costantino durante il suo intervento; si è soffermato soprattutto su come la mafia negli anni sia riuscita a “ibridare” la società, non trascurando gli aspetti subculturali del fenomeno mafioso: la ricerca della raccomandazione, l’omertà e non solo.
Di Cara fornisce la sua ricetta per sconfiggere la mafia (come tenterà di fare lo stesso I.M.D. nel suo libro): “Per sconfiggere la mafia ci vogliono maestri d’asilo e libri di Gesualdo Bufalino, i magistrati, i poliziotti, i carabinieri vengono dopo.”
Lombardo sottolinea l’importanza del ruolo della società civile: ”Un sindacato di polizia ha bisogno della società civile. È lì che si fa la lotta alla mafia. La cattura di Matteo Messina Denaro è solo il primo passo. La mafia buona e la mafia cattiva? Merda era prima e merda sono ora”.
A prendere parola anche un giovane prete del quartiere Albergheria che ha sottolineato l’importanza degli operatori culturali sul territorio e delle scuole ormai sempre più degradate. “C’è il bisogno di sporcarsi le mani sul campo, i giovani, che sono il presente, hanno bisogno di adulti credibili al loro fianco. Qui a Palermo”.
Presenti anche i volontari della “Scorta Civica” di Palermo che hanno letto il loro comunicato lanciando l’iniziativa “fare scruscio per non sentire il boato” a sostegno di Nino Di Matteo.
“Per sconfiggere la mafia non bastano i libri, ci vogliono tanti insegnanti” conclude infine il Signor Vincenzo Agostino, padre di Antonio Agostino l’agente di polizia ucciso dalla mafia il 5 agosto del 1989.