Giustizia, la “rottamazione renziana” in soccorso dei “poteri forti”

ANM Magistrati Trapani La nuova norma sulla responsabilità civile dei magistrati appare essere frutto di una rivalsa. “Non ci sarà più una giustizia uguale per tutti”

L’appello che arriva dall’Anm è forte nei contenuti, e non è infondato. Tra pochi giorni verrà discusso alla Camera il testo, già approvato dal Senato, di riforma della legge Vassalli sulla responsabilità civile dei magistrati. Una norma che sa tanto di “bavaglio per il mondo della magistratura. “Sono in gioco principi non negoziabili – dicono i vertici dell’Anm – che garantiscono non soltanto l’indipendenza e la terzietà del magistrato, ma la tenuta e l’efficienza del sistema giudiziario”. Un intervento legislativo che giunge in un momento delicato, mentre ci sono indagini che hanno scoperchiato la pentola del malaffare, delle commistioni tra politica e criminalità come non mai accaduto prima, o meglio, riproponendo l’esistenza di schemi che erano stati già scoperti negli anni ’80 (politica e massoneria per esempio, o ancora la strategia delle trame eversive) e che oggi si ripresentano più forti di prima come dimostra l’indagine cosidetta “Roma Capitale”. L’Anm non nasconde di percepire una atmosfera di rivalsa: “Proprio nel momento in cui la magistratura ha smascherato un sistema criminale radicato anche nelle Istituzioni romane, la riforma della responsabilità civile dei magistrati ha il sapore di una rivalsa dei poteri forti.L’attività di giudicare comporta sempre l’effetto di scontentare taluna delle parti nei processi civili e gli imputati o le vittime nei processi penali, con la conseguenza che chi non vedrà accolte le proprie difese agirà in giudizio per il risarcimento del danno, dolendosi della soluzione adottata dal giudice.Agli osannanti proclami di lotta alla corruzione e al crimine organizzato la politica risponde con un’azione punitiva verso la magistratura, mostrando ai cittadini la generalizzata possibilità di agire senza alcun filtro contro i magistrati.Gli effetti gravemente distorsivi della riforma implicano che i magistrati saranno in balia di timori e condizionamenti e la qualità delle decisioni sarà compromessa.L’ipotesi indeterminata e pericolosa del “travisamento del fatto o delle prove” impedirà qualsiasi decisione serena e libera.  Il coinvolgimento del magistrato nell’obbligatoria azione di rivalsa comporterà incompatibilità a cascata con inevitabili effetti di arretramento ed immobilismo dell’azione giudiziaria.In definitiva sarà sufficiente intraprendere un’azione di responsabilità per scegliere il magistrato che più aggrada per il proprio processo e per ammonire i giudici che in futuro dovranno occuparsi del caso.Bisogna dire NO a norme punitive per i magistrati”.

Magistrati TrapaniL’ANM ha proclamato lo stato di mobilitazione e ha indetto per il 17 gennaio 2015 la Giornata della Giustizia, in quella data verranno apertitutti i  Tribunali d’Italia alla cittadinanza per l’approfondimento degli effetti distorsivi prodotti dalla riforma in materia di responsabilità civile dei magistrati e per una comune riflessione sulle condizioni di svolgimento dell’attività giudiziaria. Per capire i rischi ai quali il cittadino va incontro, a proposito di giustizia giusta, bisogna guardare ai Tribunale di periferia. Non a caso tra le voci più accorate contro questa nuova proposta legislativa c’è quella della Sottosezione dell’ANM di Trapani. La lettura del nuovo testo di legge sulla responsabilità civile dei magistrati rappresenta un colpo di spugna su “conquiste” dettate dalla Costituzione e che non furono allora “conquiste” per i magistrati, per i giudici ma semmai “conquiste del cittadino”: “Non ci stiamo – dicono primi fra tutti gli aderenti alla sottosezione dell’Anm di Trapani che si sono affidati alla guida dei giudici Samuele Corso e Fiammetta Lo Bianco – rifiutiamo qualsiasi forma di acquiescenza, anche soltanto parziale, all’aggravamento della responsabilità civile dei magistrati, che rischierebbe di spazzare via la vitalità della funzione giudiziaria manifestata durante tutta la storia repubblicana”. L’iniziativa del 17 gennaio è in cantiere ma da Trapani arriva l’invito all’Anm nazionale perché si faccia di più: “Invitiamo i vertici dell’ANM – dicono il presidente Samuele Corso e il segretario Fiammetta Lo Bianco – ad assumere iniziative di mobilitazione adeguate alla posta in gioco, ritenendo l’iniziativa della Giornata per la Giustizia per il 17 gennaio 2015 insufficiente a rappresentare i rischi per il sistema giudiziario derivanti dall’approvazione della riforma della responsabilità civile dei magistrati”. Parole che sintetizzano “lo stato di profonda delusione, amarezza e rabbia, ma anche l’orgoglio e la dignità dei magistrati” che hanno così deciso di fare appello alla sensibilità dei cittadini per impedire l’approvazione di una riforma “in grado di cambiare l’essenza della giurisdizione”. Nei Tribunali di periferia ci si scontra con problemi gravissimi e irrisolti, la carenza di personale, la difficoltà ad amministrate giustizia perché le tecnologie usate non sono aggiornate…perché per esempio manca la carta o ancora l’informatizzazione è carente mentre si pretende l’applicazione delle nuove norme sul processo digitale mentre “nelle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione Europea si afferma la necessità di un rafforzamento dei diritti del cittadino che, ove lesi, vedranno la responsabilità diretta della Stato.Ad essere in gioco sono principi non negoziabili, che garantiscono non soltanto l’indipendenza e la terzietà del magistrato, ma la tenuta e l’efficienza del sistema giudiziario e, quindi, i cittadini stessi, in quanto un magistrato è sempre esposto al rischio di azioni potenzialmente ritorsive da parte di chi non ha visto accolte le sue difese”.“Bisogna dire NO a norme punitive per i magistrati.Occorre, piuttosto, garantire al cittadino italiano un giudice forte, indipendente e non in balia di timori e condizionamenti che saranno inevitabilmente mossi dalle parti più forti e da coloro che hanno mezzi e risorse per sostenere i costi e i tempi della giustizia.È necessario portare avanti questa battaglia non per difendere un privilegio, ma per garantire l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”.

 Le proposte dell’Anm sono queste: la distinzione tra responsabilità diretta ed esclusiva dello Stato per violazione del diritto dell’Unione Europea, secondo quanto stabilito dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea, e responsabilità del magistrato, regolata dalle garanzie costituzionali che salvaguardano l’autonomia e l’indipendenza dei giudici;la salvaguardia dell’attività di interpretazione delle norme di diritto e la valutazione serena del fatto e delle prove, il cui travisamento sarebbe ricompreso nelle nuove ipotesi dell’azione di responsabilità;il mantenimento del filtro di ammissibilità, al fine di evitare azioni di responsabilità assolutamente infondate e, comunque, strumentali ai fini di interferire sul giudizio di merito;l’eliminazione della nuova espressa previsione di obbligatorietà della rivalsa verso il magistrato;il mantenimento dell’attuale limite di un terzo dello stipendio, che sarebbe elevato alla metà, per la rivalsa dello Stato e l’equiparazione del limite della trattenuta sullo stipendio, che sarebbe portata a un terzo, a quello degli altri dipendenti pubblici (un quinto)”.

 

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.