Dalla conchiglia si può capire il mollusco, dalla casa l’inquilino.
(Victor Hugo)
Gli inglesi differenziano house, intendendo con esso la struttura della casa, da home, con cui intendono un aspetto più affettivo e familiare dello stesso concetto. Lo stesso fenomeno si trova in lingua araba dove si distingue tra Dar e Bàit. In italiano non esiste, nella lingua colloquiale, una tale distinzione ma al contempo sappiamo che esistono molti termini più familiari per riferirci alla casa: dai vezzeggiativi ai peggiorativi passando per le metafore più disparate (rifugio, tana, albergo). Se linguisticamente esistono queste differenze è chiaro che la lingua si è adattata ad un bisogno umano di differenziare le diverse connotazioni dello stesso oggetto.
Più ancora che le mura e le fondamenta di una casa, infatti, sono i ricordi che ad essa ciascuno collega a fare la differenza poichè sono un essenziale discriminante per dare al concetto di casa un significato che può avere mille sfumature diverse che stanno tra il positivo e il negativo. Profumi, odori, rumori, scene di vita e gli spazi così come venivano e vengono utilizzati costituiscono un’unicità a cui ciascuno di noi dà il suo significato irripetibile.
Così hanno senso gli angoli dove da piccoli si trovava riparo per inventare giochi fantasiosi o quelli in cui ci si rifugiava per non sentir le liti familari. La casa cambia con il cambiare dei suoi abitanti, si rimpicciolisce con il passare degli anni quando le mura alte si ridimensionano all’aumentare della nostra altezza. Cambiano i significati degli spazi e dei suoi mobili specie se qualcuno la lascia prematuramente.
Non è scontato il significato personale che ognuno di noi dà alla casa, a quella d’origine o a qualsiasi altra dove abbia trascorso momenti importanti. Così per qualcuno casa è un posto a cui fare ritorno e per qualcun’altro un posto da cui fuggire, per non soffrire.
Non è certamente un caso se uno dei test psicologici utilizzati con i bambini è il disegno della casa, da cui si evincono aspetti importanti della sua personalità e da cui si possono cominciare a ricostruire i vari momenti della sua storia personale. Casa è in qualche modo sinonimo di famiglia e come ci rapportiamo alla prima è sintomatico di come viviamo la seconda.
Significativi, per i bambini, possono essere un cambio di casa repentino e non programmato o degli spostamenti continui che non permettono di affondare le radici in un unico posto specie se ci si trova in quella fase della vita in cui l’identità è ancora in costruzione.
Non è un caso che i giudici nelle separazioni tutelino i più piccoli in tal senso e prospettino, se è possibile, il minor numero di cambiamenti possibili per un bambino, compreso il non cambiar casa.
Ma ciò che vale per i bambini appare significativo anche per molti adulti che vivono la casa come una parte della propria storia e della propria identità e forse proprio come estensione di se stessi.