Condannato l’ex sindaco di Campobello, Caravà e due ex consiglieri comunali Di Natale e Napoli

carava ciroLa concussione di Ciro. La mazzetta pagata dall’imprenditore Vito Quinci: condannati l’ex sindaco di Campobello, Caravà e due ex consiglieri comunali Di Natale e Napoli

Un ex sindaco e due ex consiglieri comunali condannati per avere preteso da un imprenditore una mazzetta per vedersi questi approvato un progetto. Siamo a Campobello di Mazara. Il Tribunale di Marsala ha riconosciuti colpevoli l’ex sindaco Ciro Caravà, e due ex consiglieri comunali Antonio Di Natale e Giuseppe Napoli. Fatti risalenti al 2009 e forse ancora prima. L’imprenditore “vittima” è stato usato dagli sgherri mandati a estorgliergli denaro, come una pedina, mandato in giro per la “scacchiera” degli interessi illegali, per costringerlo alla fine a pagare. “Denunciare conviene sempre” dice però l’imprenditore. Conviene anche se per attendere giustizia talvolta occorrono anni, oppure subire un contesto sociale che seppure non complice direttamente finisce con il non dar credito a chi ha denunciato, preferisce fargli terra bruciata attorno, soffermandosi solo a dire che bisogna attendere l’esito giudiziario per sapere come stanno le cose. Un contesto sociale che, in nome di questa attesa, però ha saputo isolare il denunciante a favore del denunciato. Nonostante l’evidenza dei fatti, gli arresti, le retate antimafia che hanno messo in lucio un ambiente di facile corruttela. Siamo a Campobello di Mazara. Terra belicina. Terrà del boss latitante Matteo Messina Denaro. Qui a Campobello c’è l’abitazione di suo fratello, Salvatore, in carcere a scontare una condanna per mafia, qui a Campobello di Mazara restano in giro i suoi scagnozzi, quelli usciti dal carcere dopo avere espiato le loro condanne. Picciotti che però non si sono del tutto messi a riposo dopo la galera. Il Comune di Campobello di Mazara per la seconda volta nel giro di pochi anni ha subito lo scioglimento per inquinamento mafioso. Sindaco “defenestrato” per lo scioglimento fu Ciro Caravà, nel frattempo approdato al Pd dopo aver fatto il giro di tutti i partiti della cosidetta seconda repubblica, dopo che nella prima repubblica era stato pure esponente del Pci. Caravà fu arrestato nel dicembre 2012 ma per questo processo in primo grado è stato assolto. Intanto a Campobello di Mazara si è votato proprio di recente e il sindaco eletto, Giuseppe Castiglione, lo si è visto festeggiare la elezione anche con Caravà. Non ha avuto peso il fatto che intanto Caravà è finito nuovamente sotto processo per concussione. Fatto per il quale la condanna è arrivata oggi, pronunciata dai giudici del Tribunale di Marsala, presidente il giudice Sergio Gulotta. Accolta la tesi del pm Nicola Scalabrini. Ci sono voluti quasi 6 anni ma alla fine la sentenza di condanna è arrivata. L’imprenditore Vito Quinci ha dovuto attendere tanto tempo per vedere condannato oggi l’allora sindaco di Campobello di Mazara, Ciro Caravà. Da anni fa il conto con tutta iuna serie di faccende che di fatto gli impediscono di poter fare l’imprenditore. Lo Stato gli ha solo messo a fianco una scorta. “La cosa che ho sempre chiesto è stata quella di poter tornare al mio lavoro di imprenditore, ma lo Stato questa opportunità non è riuscito a darmela. Non chiedo denari ma avrei preferito che le istituzioni che sapevano potessero dire una parola precisa, così da non lasciare alibi a chi andava dicendo che bisognava attendere l’esito giudiziario. In attesa di questo esito processuale io mi sono ritrovato paralizzato, peraltro ho continuato a subire intimidazioni”. Però, “denunciare conviene sempre” ripete Quinci. Oggi l’ex sindaco di Marsala Ciro Caravà è stato condannato a 4 anni e 6 mesi, interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, e ha visto confiscato il proprio patrimonio per 30 mila euro, l’equivalente della mazzetta chiesta a Quinci per l’approvazione di un progetto di natura edilizia. Quel progetto già dal 2005 era nelle mire del Caravà, da quando era semplice consigliere comunale. Da sindaco ha usato il suo potere per imporsi definitivamente. Il progetto riguardava la costruzione di un albergo con 220 camere, da costruire su un’area di circa 80 mila metri quadrati, nella frazione balneare di Tre Fontane. A far parte della “piccola” mangiatoia anche due consiglieri comunali Antonio Di Natale e Giuseppe Napoli, pure loro oggi condannati. Di Natale e Napoli per i giudici è vero che hanno preteso una “mazzetta” di 21 mila euro. Nei loro confronti però i giudici hanno rideterminato il capo di imputazione, da concussione a 319 quater, ossia abusarono del loro potere, da pubblici ufficiali quali erano, cioè consiglieri comunali, hanno indotto Quinci a pagare. Il Tribunale ha anche riconosciuti come danneggiati il Comune di Campobello di Mazara e l’associazione antiracket Sos impresa. Quinci è stato presente al processo quale parte offesa ed è stato assistito dall’avv. Carmelo Miceli. Ciro Caravà nel 2011 fu arrestato per mafia, accusa dalla quale di recente è stato assolto. Ma adesso pende il processo di appello. Questa condanna per concussione certamente gli dovrebbe provocare qualche preoccupazione in più per l’esito che potrà avere il processo per mafia di secondo grado. Lì era stato intercettato a scusarsi con familiari di boss mafiosi per via della sua presenza a cerimonie per la confisca di beni, i mafiosi intercettati dicevano molto bene di lui, “hai visto Ciro quanto è bravo a recitare la sua parte”, la frase non era proprio così, ma questo era il suo tenore.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.