TRAPANI. Gli scenari di guerra aperti dalle ultime notizie con l’annunciata avanzata dei miliziani dell’Isis (Stato Islamico dell’Iraq e della Siria) che arrivano in Libia, non sono certo tra i più tranquillizzanti, e in questo contesto si inseriscono le incertezze sulla funzionalità civile per gli aeroporti di Trapani Birgi e Pantelleria.L’Italia si è resa disponibile a partecipare alla lotta al terrorismo e a guidare una forza Onu (Organizzazione Nazioni Unite) contro lo Stato islamico, come ha dichiarato il Ministro Gentiloni a mezzo stampa, ribadendo che Italia nella lotta al terrorismo è in prima linea. Come già avvenuto nel 2011, l’aeroporto civile rischia la chiusura immediata per permettere all’aeronautica militare italiana insieme alle forze ONU, autorizzati dalla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza, di alzarsi in volo e bombardare gli obbiettivi libici. In occasione della discussione in materia di “operazioni militari e sicurezza internazionale”,il 18 settembre dello scorso anno, il portavoce M5S Santangelo chiese al Ministro della Difesa Pinotti vista la situazione della crisi libica, già allora in atto, se fosse in previsione del ministero un nuovo diretto coinvolgimento degli aeroporti militari e civili di Trapani-Birgi e Pantelleria, ma in quella sede non fu data risposta non essendo in previsione una programmazione. Santangelo sostiene sia arrivato il momento che il governo dica a tutti gli italiani, quali siano le effettive intenzioni dell’Italia per non ritrovarci tutti davanti ad uno scenario di guerra non programmato, in quanto l’interdizione dello scalo aeroportuale di Trapani-Birgi, condizionerebbe la stessa ragione economica dell’aeroporto e del territorio al quale, si riconosce una spiccata destinazione turistica, con una ricaduta negativa sul comparto. Il territorio trapanese attende ancora l’adozione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previsto dall’articolo 4-bis.., del decreto-legge 107 del 2011, in base al quale si sarebbero dovuti individuare gli interventi da attuare in riferimento al comma 1, al fine del sostegno e rilancio dei settori dell’economia delle province interessate dagli ingenti danni conseguenti alle decisioni assunte con la risoluzione dell’ONU n. 1973 del 2011. La Presidenza del Consiglio dei Ministri non ha mai convocato il tavolo di concertazione con urgenza, come previsto da un comma dell’articolo 4-bis, con la partecipazione dell’allora Provincia di Trapani, per definire e individuare gli interventi da attuare.Tante le domande difronte a tale inadempienza, ed un’ unica certezza: la ricaduta negativa sul turismo e su quanti hanno investito in questo. Santangelo vuole risposte immediate per i cittadini del trapanese, che sappiano con certezza cosa il ministro intende fare e quali misure si vogliono porre in essere per evitare che le perdite siano sempre dei cittadini.