Prima o poi succede a tutti, o quasi, di sentirsi in imbarazzo per una domanda troppo personale o per aver toccato un argomento particolarmente delicato. A qualcuno succede proprio di frequente di arrossire o ammutolirsi perchè si mettono in circolo emozioni molto forti.
Ebbene queste emozioni che circolano possono essere riassunte in un unico status che riassume come ci sente in queste situazioni: la vergogna. Un sentimento spesso bistrattato e raramente studiato in passato. Ciò che la caratterizza è l’immediatezza e l’incontrollabilità di chi la prova, un aspetto che è comune a tutte le emozioni ma che negli altri casi può essere celato con una dissimulazione. Impossibile fermare l’incedere di un arrossamento del viso proprio mentre sta succedendo.
Ma cosa è e cosa ci dice la vergogna? Questa emozione nasce dalla sensazione di essere inadeguati, non adatti e colpevoli di avere infranto una qualche imprecisata norma. Generalmente la sua origine è nell’infanzia e in qualche ferita arcaica dell’autostima che porta a sentirsi inadeguati rispetto alle proprie capacità. All’estremo ci sono bambini che hanno subito gravi maltrattamenti e hanno interiorizzato un profondo senso di inadeguatezza nello stare al mondo. Al contrario del senso di colpa, dove si ha l’idea di fare delle cose sbagliate, alla base della vergogna c’è la convinzione di essere sbagliati.
La vergogna è un emozione relazione che si acquisisce nel confronto con l’altro e si manifesta proprio perchè l’altro c’è e potrebbe vedere, sapere, conoscere di più di noi.
Ma non ne esistono forme solo forme estreme che possono avere esiti disastrosi come i comportamenti distruttivi e autodistruttivi, c’è anche una forma di vergogna che viene definita “segnale” ed ha il compito di proteggere il proprio spazio privato con il pudore necessario a renderlo appunto tale. Una forma benevola e salvifica della vergogna che l’era del “tutto spiattellato” su social network e similari, grazie all’assenza reale degli spettatori, sta un po’ facendo perdere.