Sequestro nave “Aberdeen” con 42 tonnellate di hashish, iniziato il processo

guardia-finanzaTRAPANI. È iniziato il processo all’equipaggio della nave “Aberdeen” sequestrata dalla guardia di finanza il 23 giugno 2014 al largo di Pantelleria con a bordo 42 tonnellate di hashish, secondo gli inquirenti, si tratta del sequestro di hashish più importante registrato fino ad ora in Italia. La complessa operazione internazionale è stata condotta in collaborazione tra il Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, il Maritime Analysis and Operations Centre di Lisbona, le autorità doganali francesi e la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga di Roma. L’operazione ha richiesto anche l’impiego di aerei dotati di sofisticate apparecchiature di rilevamento e delle unità navali  della Guardia di Finanza che effettuano vigilanza aeronavale nel Canale di Sardegna e nello Stretto di Sicilia per il monitoraggio delle rotte commerciali e la prevenzione e repressione dei traffici illeciti verso le coste italiane e comunitarie.

I fatti

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La nave Aberdeen (foto di repertorio)

Il 23 giugno 2014 alla nave “Aberdeen”, battente bandiere della Repubblica del Togo, giunta in acque italiane gli fu intimati di arrestare il motore per consentire così i controlli a bordo. In un primo momento, l’ordine veniva prontamente eseguito, ma subito dopo la nave cambiò rotta, dirigendosi verso le acque internazionali per “ragioni commerciali”. In mare molte unità della guardia costiera e un aereo Atr47 per sorvegliare dall’alto la rotta della nave. Inutili i continui segnali sonori, visivi e i messaggi alla radio della guardia costiera e dei gruppi speciali giunti in supporto. Si arrivò così all’uso delle armi da fuoco al solo scopo  intimidatorio mediante una mitragliatrice e un fucile mitragliatore. La nave “Aberdeen”, nonostante il fuoco, continuava la sua corsa verso le coste della Tunisia. Dopo quasi un ora, arrivò l’ordine di far fuoco agli organi di propulsione e di governo, riuscendo così a fermare la nave.

I militari giunti a bordo, identificarono l’equipaggio composto da 4 cittadini di nazionalità libanese e 12 di nazionalità indiana. La nave, che presentava problemi elettrici, sembrava priva di carico commerciale. Sul ponte di coperta all’interno di un container con le porte accostate, venivano rinvenuti alcune centinaia di sacchi di iuta, contenenti verosimilmente sostanze stupefacenti di tipo hashish. Anche nel ponte “garage” vennero rinvenute circa 100 colli di sacchi di iuta contenenti hashish.received_10153253885564871

Su disposizione dell’A.G. Dott. Paolo di Sciuva della Procura della Repubblica di Trapani, la nave, con l’ausilio di un rimorchiatore, fu scortata nel porto di Trapani per proseguire i controlli a bordo. I controlli a bordo evidenziarono 565 sacchi di iuta nel container e 992 nel ponte “garage”, per un totale di 42672 kg di hashish. Posta sotto sequestro la nave “Aberdeen” e la documentazione rinvenuta a bordo e all’arresto dell’equipaggio.

L’indagine

L’equipaggio sarebbe stato reclutato da un libico in occasione dell’ultimo viaggio, che si sarebbe dovuto tenere da Amburgo a Dakar. Durante la navigazione, il comandante avrebbe avuto una conversazione telefonica via satellitare, da un dipendente della “Faros” (committente del viaggio), il quale gli comunicava che si sarebbe dovuto recare ad Alessandria d’Egitto. Successivamente, con lo stesso mezzo di comunicazione, un altro soggetto gli imponeva, a meno di ritorsioni verso i suoi familiari, di recarsi verso Casablanca. A circa 60 miglia a nord della città due pescherecci gli consegnavano il carico di hashish, che avrebbe dovuto trasportare ad Alessandria d’Egitto.

Il processo è già iniziato innanzi al G.u.p. del Tribunale di Palermo il Dott. Francolini, e si sta provvedendo all’interrogatorio degli imputati. L’udienza preliminare si concluderà il 29 maggio, con la sentenza del giudice.

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.