Se il termine “crisi” sembra colpire molti settori, uno dei mondi che invece disconosce gli effetti della ristrettezza economica è quello degli integratori alimentari.
Qualunque sia il nostro problema o la nostra esigenza (cellulite, osteoporosi, chili in eccesso, astenia, allergia e quant’altro) tra gli scaffali di farmacie, supermercati, erboristerie sembra che si possa trovare la giusta soluzione.
È diventata quasi una mania e con 141 milioni di confezioni di integratori venduti nel 2014, i dati confermano che gli italiani sono sempre più attenti al benessere e alla cura del proprio corpo.
La scelta dell’integratore alimentare giusto però è quasi sempre dettata da un’autoprescrizione e l’uso indiscriminato e incongruo può a volte essere pericoloso per la salute.
Uno studio condotto dallo scienziato Andy Coghlan e pubblicato lo scorso anno riporta tantissime sorprese e molte bocciature riguardo gli effetti tanto sospirati di alcuni integratori. Vediamone insieme qualcuno.
La vitamina C è uno degli integratori più diffusi, soprattutto nella stagione invernale. Questa è essenziale per l’assorbimento del ferro, collabora al processo di guarigione delle ferite e allo sviluppo del collagene. Il suo fabbisogno giornaliero può essere tranquillamente coperto da un bicchiere di spremuta d’arancia o dal succo di un limone. La sua integrazione e quindi un aumento delle risorse dell’organismo di vitamina C a cosa potrebbe essere utile? Purtroppo non alla prevenzione del raffreddore e dell’influenza come si pensa (non ci sono evidenze scientifiche a riguardo), ma può coadiuvare il rinforzo del nostro sistema immunitario quindi può aiutare la nostra guarigione in caso di influenza. Non sono stati dimostrati effetti dannosi dati dall’accumulo e quindi dall’eccesso di vitamina C, ma non sono stati dimostrati nemmeno i suoi effetti miracolosi!
La vitamina B12 risulta invece utilissima nell’integrazione per vegetariani e vegani, mentre l’acido folico o vitamina B9 è una valido supplemento in gravidanza. In tutti gli altri casi il fabbisogno giornaliero dovrebbe essere largamente coperto con la dieta.
La vitamina D è ampiamente coinvolta in varie funzioni metaboliche e nelle attività del sistema immunitario, mentre una sua carenza è spesso associata al rachitismo. I soggetti dalla pelle chiara possono soddisfare il fabbisogno di vitamina D attraverso l’esposizione solare per 5-10 minuti, mentre i soggetti con pelle più scura hanno bisogno di un’esposizione più prolungata che va dai 30 ai 40 minuti per coprire il fabbisogno giornaliero. L’olio di pesce è uno delle principali fonti alimentari di vitamina D. L’integrazione risulta utile in donne in stato di gravidanza e anziani.
Il magnesio regola la trasmissione degli impulsi nervosi tra cellule ed è coinvolto nell’assorbimento di altri oligoelementi. Ogni cellula del nostro corpo contiene magnesio ma la sua integrazione deve essere controllata e valutata da uno specialista: il suo eccesso potrebbe essere dannoso in caso di problemi renali e il suo abuso potrebbe avere effetti lassativi.
Per quanto riguarda i multivitaminici, questi possono essere utili in caso di una dieta scarna ma in tutte le altre circostanze risultano essere uno spreco di denaro.
L’olio di pesce gode di una piena assoluzione. Fonte di EPA e DHA, è un ottimo integratore per favorire lo sviluppo del sistema nervoso del bambino e per mantenere attivo quello dei soggetti più anziani. Negli altri casi il fabbisogno giornaliero dovrebbe essere colmato attraverso il consumo di frutta secca e pesce.
Come risulta evidente, l’utilizzo smodato degli integratori può essere assolutamente inutile se non dannoso. Gli integratori non possono e non devono sostituire una corretta alimentazione. Quindi più che dalle mode o dalla suggestione del mondo, il consiglio è quello di farsi guidare da un esperto perché la scelta del giusto integratore (nel caso in cui ce ne fosse bisogno) possa rispecchiare effettivamente le nostre esigenze.
Adriana Cilia – Biologo Nutrizionista
Gianfranco Pipitone – Biologo Nutrizionista