Epatite C, una malattia tanto famosa quanto poco conosciuta.
Si tratta di una malattia infettiva, causata dall’Hepatitis C virus (HCV), che colpisce in primo luogo il fegato (epatite).
L’HCV è trasmesso principalmente per contatto diretto con il sangue infetto, spesso dovuto all’uso di droghe per via endovenosa, a presidi medici non sterilizzati e trasfusioni di sangue. Si stima che circa 130-170 milioni di persone al mondo siano infettate dal virus.
Per conoscere meglio tale malattia con la sua diffusione nel territorio e soprattutto le nuove terapie, abbiamo fatto alcune domande al Dott. Fabio Salvatore Macaluso, specialista in Gastroenterologia al Policlinico Paolo Giaccone di Palermo:
1) Quali sono le dimensioni del fenomeno legato al virus dell’epatite C sul nostro territorio nazionale e nella nostra regione?
L’infezione da virus dell’epatite C è certamente uno dei problemi sanitari più rilevanti in tutto il mondo. In Italia si stima che il 3% circa della popolazione sia infetta, e tale prevalenza sarebbe ancora maggiore al sud, specie nella fascia di età superiore ai 60 anni. Pur potendo l’ infezione decorrere in maniera del tutto asintomatica senza determinare un danno epatico clinicamente rilevante, in alcuni casi il virus può causare – nel corso degli anni – un progressivo danno al fegato, fino alla cirrosi e alle sue complicanze.
2) Quali sono le terapie più efficaci per debellare il virus?
Lo scenario terapeutico contro l’ epatite C sta radicalmente mutando negli ultimi anni. In passato, i trattamenti erano basati sull’uso dell’ Interferone, ed erano gravati da numerosi effetti collaterali, da una lunga durata e da un’efficacia limitata. Recentemente, sono stati sviluppati nuovi farmaci estremamente efficaci, che vengono assunti per via orale per brevi periodi di trattamento. Tali terapie sono generalmente ben tollerate e permettono di eradicare l’infezione nella stragrande maggioranza dei pazienti. Purtroppo, sono anche molto costose e le risorse limitate, per cui non tutti i pazienti potranno essere immediatamente trattati.
3) Esistono metodi per la prevenzione?
Non essendo disponibile un vaccino, la prevenzione si basa sul contenimento della trasmissione dell’ infezione. Nel mondo sviluppato, la via di trasmissione principale del virus è attualmente legata all’uso di droghe via endovenosa, mentre in passato le cause maggiori sono state le trasfusioni di sangue non sicure e le procedure mediche. Il virus infatti si trasmette fondamentalmente col sangue, pertanto è opportuno non condividere con soggetti infetti oggetti potenzialmente contaminati dal sangue (ad esempio strumenti per la cura personale come rasoi, spazzolini, ecc.). Viceversa, il virus non si diffonde per contatto casuale, come ad esempio tramite abbracci, baci o con la condivisione di utensili da cucina. Infine, è ammessa la possibilità di una trasmissione per via sessuale, anche se tale rischio sembra basso, specie nel contesto di rapporti monogami eterosessuali,
4) La Sicilia si è dotata della Rete Regionale HCV, ci spieghi meglio il suo funzionamento.
Tutti i pazienti con infezione da virus dell’ epatite C hanno indicazione al trattamento. D’altra parte, le risorse limitate cui accennavo in precedenza fanno sì che la rimborsabilità dei farmaci sia in atto garantita dall’ AIFA solo per determinate categorie di pazienti sulla base di specifiche caratteristiche della loro malattia. Proprio per allocare le risorse economiche e terapeutiche disponibili secondo principi di equità, è stata creata in Sicilia la Rete Regionale HCV, cioè una struttura telematica che permette una gestione coordinata ed una continua comunicazione tra i centri siciliani che gestiscono i pazienti con epatite C. All’ interno della rete operano i singoli specialisti, che hanno il ruolo di identificare i pazienti che hanno attualmente priorità ad essere trattati, secondo quanto previsto dalle disposizioni dell’ AIFA, e monitorare attentamente tutti gli altri pazienti che al momento non hanno urgenza di trattamento e che possono quindi attendere un’auspicabile maggiore disponibilità dei farmaci nel prossimo futuro.