Non era mai capitato di incrociarci, per me Santo Della Volpe era una delle voci più autorevoli del giornalismo italiano, e io per lui, pensavo di essere un perfetto sconosciuto. Così una sera di estate, mentre ero a Firenze per partecipare ad una manifestazione nazionale di Libera, dove ero stato invitato a presentare il libro scritto da un altro mio grande amico, Fabrizio Feo, dedicato a quel mafioso assassino Matteo Messina Denaro, con un po’ di trepidazione incontrai, spinto proprio da Fabrizio, il grande Santo.
Ero vicino ad un grande giornalista e la cosa mi metteva un po’ di soggezione. Lui invece mi mise sotto braccio come se mi avesse conosciuto da sempre, e mi disse di accompagnarlo in auto per le strade di Firenze, per arrivare all’albergo lo stesso dove soggiornavo anche io. Ci siamo conosciuti così, non ci fu bisogno di presentazioni o di altro. Diventammo subito amici. Lui da lì a qualche giorno sarebbe diventato il mio direttore, scrivevo ieri come oggi per Libera Informazione e a lui toccò prendere in mano l’eredità di un altro grande amico, Roberto Morrione.
Da quel giorno in poi è stato un continuo sentirsi, raccordarsi, confrontarci. C’era anche una occasione che spesso ci ha portato a vederci. Lui aveva casa a Pantelleria e anche d’inverno quando poteva ci faceva un salto. Si fermava a Trapani un paio di ore in attesa di prendere la nave e così a sorpresa mi chiamava, “sono al porto vieni?”. Subito era sempre la mia risposta. D’estate capitava di sederci a mangiare qualcosa all’aperto in un locale sul porto, una volta c’era anche Teresa, sua moglie, anche lei una grande giornalista. In una di queste giornate, penso proprio quando c’era anche Teresa, mi disse che non dovevo perdere tempo e aprire a Trapani il circolo dell’associazione anche da lui fondata, Articolo 21. Cosa fatta! Da oggi il circolo di Articolo 21 a Trapani porta il Suo nome. Poi accadeva che quando assieme ci siamo ritrovati a partecipare ad iniziative anche se il mio nome non era previsto tra gli interventi programmati, lui al quale giustamente toccava il compito di moderatore, mi chiamava e mi diceva che dovevo stare seduto al tavolo assieme a lui. E’ accaduto ad una delle ultime assemblee di Articolo 21 ad Assisi, e poi a Contromafie, l’ultima edizione svoltasi lo scorso ottobre a Roma, è successo a marzo scorso a Bologna, per il 21 marzo. Una mia continua e costante battaglia è stata quella condotta per chiedere “di accendere i riflettori sulle periferie d’Italia”, Trapani tra queste, dove non c’è stato bisogno della legge bavaglio per “zittire” i giornalisti. Periferie dove i giornalisti scomodi sono stati uccisi ed oggi altri giornalisti scomodi sono destinatari delle cosidette “querele temerarie”. E Santo ha fatto subito sua questa battaglia. Il caso ha voluto che l’ultimo articolo pubblicato su Libera Informazione e su Articolo 21, Santo Della Volpe lo ha dedicato all’ennesimo violento, vigliacco, attacco ricevuto…da altri colleghi (sic) e dall’editore di una tv locale. Nel frattempo Santo è stato eletto presidente del sindacato nazionale dei giornalisti, e per me notizia più bella non ci poteva esserci.
Avevamo programmato una serie di iniziative a Trapani, in Sicilia, gli avevo anche indicato situazioni incredibili vissute da altri colleghi giornalisti in altri luoghi d’Italia. Lui a Trapani in pochi mesi è venuto un paio di volte a ripetizione, a moderare l’iniziativa dell’Agorà contro mafie e mafiosi, “Trapani dice di No” la chiamammo quella iniziativa che ebbe una risposta in termini adesione così grande da far pensare a qualcuno di correre ai ripari, con le zizzanie tipiche di certa sicilianità, per mettere fine a quella iniziativa che poteva continuare, e poi venne ad aprile scorso; poi ad aprile scorso per ricordare i 30 anni della strage mafiosa di Pizzolungo. Con lui, presidente della Fnsi, è stato come vivere il momento della rivincita non personale ma di quella categoria fatta da tanti giornalisti di periferia sulla quale i riflettori non si erano doverosamente accesi. Santo sicuramente sarebbe riuscito a farlo. Spero che la Fnsi non disperda questo impegno. In queste settimane più volte ci eravamo parlati via mail, o sms, ero andato a Roma e lui era in ospedale, non essere andato a trovarlo è il rimorso che mi accompagnerà sempre, ma ero sicuro che si trattava di un normale ricovero, sapevo del male, ma dicevo che per una persona forte come era Lui quel ricovero era un momentaneo stop. E poi sapevo che quando Lui dava la Sua parola per un impegno era quella: oggi, 9 luglio, mi aveva promesso che sarebbe stato a Trapani, per stare con me nell’aula del Tribunale dove sono imputato di avere diffamato un mafioso, di avere offeso la reputazione (sic) di un mafioso, al quale ho dato quel che era suo, l’essere cioè, quale parte della “montagna di merda” come Impastato aveva detto della mafia, “un gran bel pezzo di merda”.
Il paradosso Santo lo ha colto e per questo aveva scelto e deciso di essere con me nel giorno in cui era previsto il mio interrogatorio. Sono stato sentito, ma Santo non è venuto perchè la morte ce lo ha portato via. Ho reso dichiarazioni spontanee e il mio essere giornalista così schietto e deciso ho spiegato che lo devo anche alle “lezioni” ricevute da altri giornalisti, Santo il primo tra questi.
E ho anche ricordato in aula, al Giudice, alle parti, di quel Suo impegno ad essere presente in questo processo anche come presidente del sindacato nazionale dei giornalisti. Quello che in questi anni ci siamo detti in privato non lo divulgherò perchè sono cose troppe personali, che devono restare ben custodite nel mio patrimonio personale delle parole più belle che ho raccolto in questi 30 anni di spesso faticosa attività.
Ma di una cosa voglio cercare di essere certo e cioè che l’impegno preso da Santo con me tante volte e ribadito per essere rinnovato ad ogni occasione, resterà per sempre: “Caro Rino devi sapere che io sono sempre con te”! Non hai mai rinnegato la Tua parola di uomo, giornalista amico, la Tua parola per me ci sarà sempre anche se Tu non ci sei più. E però: in questo 2015 che mi sta togliendo tanti cari affetti oggi mi sento ancora più solo. Aiutami a restare vivo e battagliero! Ciao Amico mio.