Chiesti dai pm Agnello e Marzella 94 anni di carcere e 40 mila euro di multa. In totale sono in 13 alla sbarra davanti al gup Sestito. Tra questi Luca Bellomo nipote del boss latitante Matteo Messina Denaro. Pesanti richieste per i castelvetranesi, Lillo Giambalvo, consigliere comunale e per Peppe Fontana detto Rocky. Tra questi c’era chi era in contatto col latitante.
Parlavano con estrema compiutezza del boss latitante Matteo Messina Denaro. Alcuni tra gli imputati davanti al gup Fernando Sestito, mentre erano sotto indagine, intercettati dai carabinieri sono stati sentiti parlare di ordini e direttive direttamente giunti dal super latitante, capo mafia del Belice, ricercato dal 1993. Il blitz contro di loro scattò nel novembre dell’anno scorso, gli arresti misero fine a quel clan che si era raccolto attorno ad uno dei nipoti del capo di Cosa nostra belicina, Girolamo “Luca” Bellomo, marito di Lorenza Guttadauro, figlia della sorella del capo mafia e di un altro capo mafia, il famigerato Filippo Guttadauro. I carabinieri del Ros e del comando provinciale fecero anche arresti eccellenti, come quello di un consigliere comunale di Castelvetrano, Lillo Giambalvo, appartenente al gruppo di Articolo 4 (vicino al deputato regionale Paolo Ruggirello) e di un soggetto già ex galeotto per avere scontato una pesante condanna per narcotraffico, Giuseppe Fontana, detto Rocky, anche lui parecchio vicino a Matteo Messina Denaro. Oggi dinanzi al gup Fernando Sestito si è svolta l’udienza preliminare per 13 degli arrestati che hanno chiesto di essere giudicati col rito abbreviato. I pm della Dda Maurizio Agnello e Carlo Marzella hanno chiesto complessivamente 94 anni di carcere e circa 40 mila euro di multa. Per Girolamo “Luca” Bellomo,la richiesta è stata di 14 anni, Ruggero Battaglia 8 anni, 15 anni sono stati chiesti per Rosario Cacioppo, per Leonardo Cacioppo 14 anni, 7 anni per Salvatore Marsiglia, 2 anni per Benito Morsicato, 9 anni per Giuseppe Nicolaci, 8 anni per Salvatore Vitale. Per Lillo Giambalvo, 7 anni, per Giuseppe Fontana, 5 anni e 4 mesi. Un anno e 6 mesi per Marco Giordano, 1 anno e 2 mesi per Giovanni Ligambi, 2 anni per Salvatore Lo Piparo.
Nell’udienza odierna hanno anche discusso le parti civili tra queste Libero Futuro, la ditta Tnt, l’associazione antimafie e antiracket Paolo Borsellino onlus di Marsala e l’associazione Libera, che si sono unite alle richieste di condanna dei pm. Durante le intercettazioni ad un certo punto i carabinieri hanno ascoltato parlare il consigliere comunale Giambalvo della latitanza dei padrini della mafia castelvetranese, di don Ciccio Messina Denaro, morto nel 1998, “era nascosto qui, ti pare che era all’Africa“, e di Matteo Messina Denaro: «La verità ti dico Ci fossero gli sbirri qua? E dovessi rischiare a metterlo in macchina e fallo scappare, io rischierei. Perché io ci tengo a queste cose. Mi farei per lui 30 anni di carcere». Se il gup accoglierà la richiesta dei pm se la caverà per molto meno.