Oggi il Fatto Quotidiano ha pubblicato il documento integrale. Intanto l’ex assessore denuncia il clima di ostilità da Lei vissuto rispondendo alle domande dei giornalisti de La Repubblica.
Due colpi sono stati messi a segno dai quotidiani Il Fatto Quotidiano e La Repubblica. Il Fatto ha reso nota integralmente la lettera di dimissioni dell’assessore Lucia Borsellino, La Repubblica l’ha intervistata. Si conferma ancora una volta ciò che noi abbiamo già scritto e cioè che la oramai famosa frase pubblicata da L’Espresso – l’intercettazione presunta tra il medico Tutino e il governatore Crocetta che non ripetiamo per il rispetto che vogliamo portare alla dottoressa Lucia Borsellino – è arrivata in un momento in cui l’ex assessore aveva ben percepito il clima di “ostilità” nei suoi riguardi. Riteniamo interessante per il lettore leggere sull’edizione odierna de La Repubblica quella intervista, cui segue, nella pagina successiva, l’intervista al governatore Crocetta. Un’altra cosa evidenziamo. Cioè la circostanza come ancora una volta la sanità trapanese non è fuori da vicende anomale, anzi pare essere, alla pari di altre Asp, Agrigento, Palermo, nell’interesse di chi sulla Sanità avrebbe avuto solo il fine di specularci e guadagnarci qualcosa, forse non solo in termini materiali, affari insomma, ma anche in termini elettorali. Ha fatto bene oggi l’assessore alla Salute, Baldo Gucciardi, subentrato alla Borsellino, a disporre indagini approfondite sulla condotta di tutte le Asp. Attendiamo i risultati. Ma ecco di seguito il testo della lettera di dimissioni dell’assessore Borsellino citando la fonte dalla quale l’abbiamo appresa, quella del Fatto Quotidiano.
Signor Presidente, le scrivo questa mia per rassegnarle formalmente le mie irrevocabili dimissioni, rimettendole il mandato che ho avuto fin qui l’onore e l’onere di avere conferito quale Assessore alla Salute in seno al governo della Regione. Questa mia determinazione, della quale mi assumo ogni e piena responsabilità, interviene a seguito di riflessione tanto meditata e di non facile maturazione, quanti sono stati lo spirito di servizio e l’abnegazione con i quali ho accolto e, credo, condotto il prestigioso incarico da lei conferitomi. Prevalenti ragioni di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più inconciliabili con la prosecuzione del mio mandato, mi spingono a questa decisione anche in considerazione del mio percorso professionale di oltre vent’anni in seno all’Amministrazione regionale della Salute. La stessa Amministrazione che, in particolare negli ultimi anni, mi ha visto chiamata in prima linea a profondere l’impegno e l’esperienza maturata, insieme a tanti altri colleghi e operatori del sistema, nel rilancio del Servizio sanitario regionale. Il senso di questo impegno, per il valore morale e civico che porta con sé, continua a pervadermi ma non mi consente, da questo momento, di proseguire ad onorarlo quale componente del Governo regionale. Vari, purtroppo, sono stati gli accadimenti che hanno aggredito la credibilità dell’istituzione sanitaria che sono stata chiamata a rappresentare e, quindi, della mia persona. Constato con amarezza come tali accadimenti abbiano purtroppo oltremodo appesantito anche i tempi di raggiungimento di taluni obiettivi di questo Governo nell’ambito della Salute e dell’Assistenza che costituivano i capisaldi di un programma peraltro condiviso ancora prima della nascita di questa legislatura. Nonostante alcuni passi positivi, decisivi e strutturalmente irreversibili, siano stati compiuti, benché sulla stampa ad essi non sia stato dato adeguato riscontro, non posso mancare di evidenziare come questa intensa esperienza politica e umana, pur a fronte di difficoltà e di deluse aspettative, abbia lasciato un segno indelebile nella mia maturazione professionale e tracciato un punto di svolta nella mia vita. Come ho avuto modo di rappresentare in più sedi istituzionali, non ultima, in occasione della mia audizione nella seduta parlamentare all’Ars nel febbraio scorso, in cui ho dovuto e voluto rendere conto sul caso della morte della piccola Nicole, lascio un sistema con innegabili segni di ripresa oggettivamente documentati, perseguiti nell’ambito di un programma triennale di sviluppo e di consolidamento pattuito con i Ministeri della Salute e dell’Economia; programma, in corso di attuazione, che deve essere responsabilmente rinnovato alla scadenza di questo triennio 2013-2015. Sento il dovere di esprimere tale convinzione in quanto ritengo che questo strumento pattizio di programmazione costituisca elemento di garanzia e di messa in sicurezza di un percorso avviato affinché non subisca battute d’arresto e volga verso un miglioramento continuo a tutela della sostenibilità del sistema salute siciliano e delle prospettive di sviluppo e investimento, anche economico e sociale e di capitale umano e professionale, allo stesso connesse. Nella sopra citata occasione ho ritenuto doveroso fare prioritariamente anche un bilancio del mio operato in questa metà legislatura, che ho rimesso ad una relazione depositata agli atti parlamentari, con la consapevolezza, sempre più matura, che il mio tempo fosse scaduto. Ho deciso di rassegnare oggi le mie irrevocabili dimissioni, avendo sentito fortemente il dovere di attendere la scadenza appena decorsa del 30 giugno ultimo scorso, entro la quale il Ministero della Salute ha rivolto alla Regione l’assolvimento di alcune prescrizioni relative a taluni adempimenti in tema di assistenza materna e neonatale che hanno visto l’Assessorato da me guidato e l’intero Servizio sanitario regionale, pronti a rendere conto dei relativi interventi ed attività svolte, pur essendo già da tempo autonomamente programmati. Quindi, come annunciato nel febbraio scorso, una volta acquisite le risultanze degli accertamenti medico-legali e dell’attività della Commissione congiunta Ministero-Regione-Agenas-Nas sul caso della piccola neonata, purtroppo resosi emblematico di un pre-giudizio istituzionale sul funzionamento del sistema sanitario nel suo complesso, -ancor prima dell’esito delle verifiche tecniche, amministrative e giudiziarie sul caso-, rimetto oggi formalmente il mandato conferitomi dopo aver esperito le dovute azioni correlate e conseguenti. Considerata poi la concomitante circostanza occorsa, di cui ai recenti fatti di cronaca riguardanti il caso del primario di chirurgia plastica e maxillo-facciale dell’Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, non posso non manifestare il rammarico conseguente alla lesione che fatti come questo determinano inevitabilmente all’immagine dell’istituzione sanitaria e dell’intera Regione Siciliana, adombrando il lavoro di tanti operatori e professionisti che profondono quotidianamente il proprio impegno con onestà e correttezza nell’esclusivo interesse pubblico. Fatti come questi determinano altresì, in un settore come quello della sanità contrassegnato da vicende che in un recentissimo passato ci hanno consegnato l’immagine di un sistema di malaffare, un grave danno sulla capacità attrattiva del servizio sanitario regionale e, come accaduto nello specifico, di una delle più importanti aziende ospedaliere dell’Isola. Ciò non ha giovato evidentemente al “sistema pubblico palermitano” che lei stesso nelle dichiarazioni rese alla stampa definisce “un inferno”; un “sistema” di cui ho tentato costantemente di correggerne, contrastandole, le degenerazioni senza mai tuttavia dimenticare di rappresentare istituzionalmente il “sistema pubblico”, appunto. Signor Presidente, chiudo questa mia, ringraziandola per avermi affidato questo delicato incarico, permettendomi le superiori riflessioni con l’auspicio che inducano a scelte responsabili, assicurandole che non verrò meno certamente, indipendentemente da una decisione che investe più direttamente la mia professione e la mia vita, ad un impegno civico che cercherò di continuare ad onorare con il mio contributo anche da semplice cittadina. Palermo, 2 luglio 2015 Lucia Borsellino