Adesso ci sono i “ragazzi della casa del fanciullo” , una piccola banda sulle cui tracce c’è la Polizia che ha già denunciato due minorenni e scoperto in un edificio abbandonato, sede di una ex Ipab, un sicuro nascondiglio per moto e bici rubate.
Impossibile non ricordarli, il libro con le storie di quei ragazzi delle bande di Boka e Ats, è stato per decenni il best seller di tante generazioni. “I ragazzi della Via Pàl” o Paal, di Boka e quelli delle Camice Rosse di Ats per tanti di noi, quando si era giovanissimi, erano dei veri e propri idoli e nei giochi per strada, quando non c’erano internet e giochi elettronici, c’era spesso la gara a chi meglio riproponeva quelle avventure scritte da Ferenc Molnàr. E viene quasi da pensare a loro quando i poliziotti della Squadra Mobile di Trapani ci raccontano di un’altra banda, quella dei “ragazzi della Casa del Fanciullo”.
Se non fosse che questi ultimi sono purtroppo diventati conosciuti per delle malefatte, bisogna dire che le loro vicende, veri e propri reati, sembra che la Budapest di Molnòar sia perfettamente sovrapponibile alla Trapani dei “ragazzi della Casa del Fanciullo”. L’orto botanico roccaforte dei ragazzi della Via Pàl sembra potere essere un immobile di proprietà ragionale, che si trova tra una delle strette vie del centro storico di Trapani. Solo che questo edificio tra le vie Gatti e Orfani era diventato si una roccaforte ma luogo sicuro per nascondere la refurtiva oggetto delle ruberie commesse da questi giovanissimi. Insomma di eroico a differenza del racconto letterario c’è veramente poco.
C’è invece l’abbandono, c’è la storia di un rione che attende da decenni il recupero abitativo, c’è la storia di questo edificio mastodontico, dove una volta venivano accolte le famiglie e le donne in difficoltà, poi per qualche tempo fu in parte sede di una scuola materna, asilo denominato “la casa del Fanciullo”, c’è anche una piccola chiesa, c’è la storia di questi ragazzini che hanno deciso di vivere l’unica vita che è stata loro offerta come destino, quella propria di una piccola banda criminali, piccole pesti diventate provetti ladri. Ragazzi che sono responsabili di furti, ma probabilmente ci sono anche le responsabilità di chi ha nel tempo destinato questo quartiere al degrado. La storia la racconta il capo della Squadra Mobile di Trapani, il vice questore Giovanni Leuci.
Giorni addietro dopo che una coppia di turisti tedeschi ha denunciato il furto dello scooter preso a noleggio, i poliziotti della sezione reati contro il patrimonio hanno avviato un appostamento nei pressi dell’edificio ex Ipab perchè a quei due turisti qualcuno aveva dato una dritta per recuperare lo scooter rubato loro. Andate a cercare i ragazzi della Casa del Fanciullo. E poco meno di 48 ore addietro gli agenti hanno visto due ragazzi avvicinarsi alla porta di ingresso dell’immobile di via Orfani, era apparentemente chiusa, i ragazzi hanno tolto una corda messa per chiudere il portone e sono andati dentro, gli agenti subito sono entrati dietro a loro e hanno scoperto il nascondiglio di un bel po di cose rubate, motorini, biciclette, c’era anche una sorta di officina per smontare ciò che era stato rubato e fare dei pezzi di ricambiomessi a disposizione di chi ne ha avuto bisogno. I due ragazzini sono stati denunciati alla Procura per i minori di Palermo, adesso la Squadra Mobile sta cercando di dare un volto agli altri giovanissimi componenti della gang.
L’antico immobile del centro storico di Trapani è di proprietà della Regione, appartiene all’ex Ipab Opera Pia Casa della Fanciulla e Principe di Napoli, la gestione è rimandata al commissario che si occupa del residence Sieri Pepoli, le cosiddette “case rosse” che si trovano nell’area portuale di Ronciglio a Trapani, oggi utilizzato per dare accoglienza agli extracomunitari in attesa di ricevere lo status di rifugiato politico. L’edificio di via Gatti da tanto tempo è stato messo in vendita dalla Regione, prezzo 500 mila euro, ma non ci sono mai stati acquirenti. Una volta l’allora commissario Iacp Gaspare Noto avanzò proposta alla Regione perchè quel contenitore potesse essere usato, una volta recuperato, per ricavarne alloggi popolari e destinato al settore commerciale per i locali al piano terra, ma la Regione fece orecchie da mercante. Meglio all’abbandono all’ipotesi che sembrava più utile e che avrebbe messo a disposizione alloggi popolari da assegnare, considerato anche che non è certo corta la lista degli aventi diritto in graduatoria. Meglio permettere l’uso criminale che non un utilizzo legittimo.
L’edificio è diventato così un vero e proprio deposito clandestino di scooter e motociclette rubati. Meglio la vandalizzazione, e così quell’immobile è diventato il rifugio di quelle piccole pesti , a portata di mano per far crescere la deriva conosciuta da questi ragazzi come qualcosa di inevitabile per loro. E invece non può essere così, anche di questo le amministrazioni comunali dovrebbero occuparsi. Insomma non si vive solo di repressione di chi fa musica per le strade della città.