Sentire dire Il Mostro e sortire un sorrisino…Non implica, necessariamente, essere sadici! Piuttosto, ciò che suscita l’aggettivo è “relativo”. Così direbbe uno scienziato tedesco dalla folta e scompigliata capigliatura, vissuto nel secolo scorso. Il riferimento è al genio di Albert Einstein, uno dei padri della “relatività”.
- Chi immaginereste, se accanto all’aggettivo MOSTRO ponessimo la foto del fenomeno Einstein, ritratto nell’unico e riuscitissimo scatto della linguaccia?
Probabilmente un mostro di intelligenza, genio e sregolatezza. Un mito.
- Che lugubri pensieri potrebbe mai evocare l’aggettivo MOSTRO, se citassimo un’ esilarante gag di Roberto Benigni (magari dell’omonimo film del 94 con Nicoletta Braschi, Michel Blanc, Jean-Claude Brialy e Massimo Girotti)?
Un mostro di bravura, un genio della satira, un inarrestabile istrione. L’aggettivo è dunque “relativo”, a seconda del contesto in cui si inserisce. Ovvio che non sarebbe la stessa cosa, se pensassimo ad un criminale. L’atteggiamento sarebbe radicalmente diverso (di biasimo, repulsione, ribrezzo e sim.), qualora facessimo riferimento al “Mostro” autore di una serie di otto duplici omicidi avvenuti fra il 1968 e il 1985 nella provincia di Firenze (anche se si è ipotizzato il coinvolgimento di più soggetti).
Al MOSTRO Albert Einstein hanno intitolato associazioni culturali, istituti scolastici, sale, ecc. mentre… al MOSTRO di Firenze nessun edificio, ma c’è da temere che sia solo questione di tempo.
Purtroppo il timore è ben fondato, guardando a ciò che ha generato la memoria postuma di un altro psicopatico criminale d’oltre confine, vissuto nella seconda metà del 1800, a cui la c.d. società civile ha dato lustro. Il suo nome è inequivocabile, come lo sarebbe un italianissimo.. “Giacomo”, dal soprannome popolano, di quelli ancora in voga in alcune province italiane :
“Giacomo il Massacratore”; o “Giacomo il Trucidatore”; ovvero “Giacomo, l’efferato assassino che taglia in quarti (o in più pezzi grossi) le sue vittime” (quest’ultimo forse troppo articolato).
Nella sintesi britannica fù tale “Jack the Ripper”, ma in Italia usiamo tradurne solo il sostantivo definendolo, più diffusamente “Jack lo squartatore”.
Il fascino del macabro ha sconfinato nella celebrazione di un soggetto che, se ricordato, meriterebbe menzione solo in virtù delle pene che avrebbero voluto infliggergli.
Invece no. Il massacratore ha meritato ben altro. Nel ventunesimo secolo si aprono una serie di opportunità: siti internet, tours guidati, locali ecc. che si fregiano dello pseudonimo di una delle più vili e reiette menti che possa ospitare (suo malgrado) un corpo umano.
Volete celebrare la memoria di una emerita “merdaccia” che non merita di slacciare una sola delle scarpe del celebre ragioniere del Paolo Villaggio nazionale?
A Tooley Street, vicinissimo alla fermata della metropolitana di London Bridge, sorge il London Dungeon, il museo dell’orrore aperto dal 1976, dove oltre a modelli di torture, labirinti a specchi, ricostruzioni dell’incendio di Londra, una parte è interamente dedicata a Jack lo Squartatore.
Basta avere cattivo gusto e soldi da sperperare. Se volete organizzarvi da PC ed avete una connessione ad internet c’è solo l’imbarazzo della scelta.
L’apertura dell’universo che il web offre ai curiosi del settore potrebbe essere annunciata da un popolare presentatore televisivo, come il Bonolis nazionale, pressappoco così:
«Carissimi beoti e beotesse, qualora lo vogliate, il cattivo gusto è proprio li, a portata di click, ben lieto di versarsi, denso ed appiccicaticcio, limaccioso, nauseabondo al tatto ed all’olfatto, ma capace di colmare le vite miserabili vite di chi “non trova di meglio” da fare che essere avvinto, irrimediabilmente impantanato, nella vorticosa spirale del richiamo dei malfattori!»
Di seguito
andremo a citare (e brevemente osservare) solo alcuni degli esempi facilmente rinvenibili anche da un beota neofito e con poca dimistichezza:
Questo tour in autobus e a piedi di 3 ore promette agli utenti di far conoscere alcuni dei più famosi casi criminali della capitale. Gli utenti verranno condotti nel lato oscuro di Londra, nei luoghi del diabolico barbiere Sweeney Todd (l’ex casa a Fleet Street), dove sarà raccontato agli astanti di come la sua complice, Mrs Lovatt, preparasse pasticci di carne umana delle vittime, prima di venderli a ignari clienti.
Basta prenotarsi e pagare per essere condotti a visitare (col favore delle tenebre, come era solito fare Giacomo l’inglese) la Londra notturna. Una delle tappe è il Bells Pub, dove si dice si ubriacassero molte delle vittime di Jack lo squartatore. Proprio in questi luoghi Jack, venendo fuori dalle nebbie delle vie scarsamente illuminate, pare perseguitasse e facesse a pezzi le sue vittime.
Viene da pensare che – probabilmente – un tale indottrinamento possa tornare utile a chi pensasse di far carriera nel medesimo ambito. Un corso itinerante.
Tante le opportunità di TOUR “Jack lo Squartatore”
Su quest’ultimo sito, giusto per citare un ulteriore esempio, c’è spazio per gli scrupoli ed i distinguo.
Testualmente si legge :
PRENOTA IL TOUR DI JACK LO SQUARTATORE
«…finalmente disponibile anche in italiano!…. »
ADULTI (da 15 anni): £15
RAGAZZI: £10 (5-15 anni – il tour è comunque sconsigliato ai bambini sotto gli 11 anni per i contenuti e le storie cruente raccontate)
Gratis sotto i 5 anni
Se state pensando alla Londra perennemente piovosa dei gentiluomini britannici con bombetta ed il classico ombrello scuro…non temete, niente vi distoglierà dal “nobile” intento. Infatti, sul sito, si affrettano a precisare:
«..Maltempo: il tour si tiene anche in caso di cattivo tempo…»
Come dire…”quando si è organizzati”….
Vi è addirittura un modulo, da compilare on-line, dall’inquietante titolo:
PRENOTA JACK LO SQUARTATORE
Non so voi….ma io prenoterei molto più volentieri un catering.. a casa..
Molto meglio vedersi recapitato un pranzo sontuoso (a fatica zero) che non avere recapitato, dagli spedizionieri, un pacco con tanto di maniaco imballato in carta mille bolle ..ispirante (all’apertura del collo) un urlo..alla maniera dello spot pubblicitario di Zalando. Non credete anche voi?
http://www.jacklosquartatore.it/
ed altre opportunità che fanno concorrenza.
Con tanto di listino prezzi
Cambiano le tariffe, ma la musica ….è sempre la stessa. Marcia funebre!
Angosciante la descrizione:
«Ti proponiamo un originalissimo tour a piedi sulle tracce di Jack lo Squartatore e delle sue vittime, con un percorso che tocca ……. ed Hanbury Street, dove fu ritrovato il corpo orribilmente mutilato di un’altra delle vittime, Anne Chapman.»
Continuando potremmo optare altresì per
Mindthetrip titola il tour proposto “Tour di Jack lo Squartatore: passeggiando nel terrore
In questo sito l’introspettiva e la voglia di tracciare un percorso…sembrano addirittura volerci portare fra le sinapsi della mentecatta fantasia di Giacomo l’inglese. L’invito propone all’utenza una particolare attenzione alla zona dell’East End dell’epoca, descritta come «..popolata per lo più da immigranti provenienti da tutte le parti d’Europa: un quartiere caratterizzato da corridoi stretti che formano una fitta rete di collegamenti tra palazzi e strade. … zona degradata, affollata da prostitute e gente malfamata.. dove.. un uomo seminò morte e paura».
Il Tour di Jack lo Squartatore promette atmosfera (e feticismo)…..passando
TESTUALMENTE:
- nell’East End di Londra immerso nella nebbia dove si dice che l’anima di Jack lo Squartatore vaghi ancora tra i piccoli vicoli che lo videro protagonista.
- davanti l’edificio in cui secondo la storia Jack lavorava come barbiere,
- a fare vedere la porta dove lasciò il suo messaggio sinistro prima di uccidere
- per il pub dove MaryNichols bevve il suo ultimo drink
- nel cortile di una scuola ora convertita in abitazione dove si trova il punto in cui Polly Nichols, la prima vittima di Jack, fu trovata
- ed infine (a conclusione) nella City dove l’assassino commise l’ultimo delitto..
Proprio quella che può dirsi una giornata.. di cultura con la “A” maiuscola [1]. (Un paradosso voluto, non una svista madornale).
Cambiando (ma solo apparentemente) argomento, uno di questi siti tratta altresì di previdenza.
Leggerete di come
«..Prima di partire è sempre bene informarsi su come stipulare un’assicurazione viaggio che possa salvaguardarci in caso di necessità. …. le assicurazioni online sostengono costi più bassi rispetto alle tradizionali perché non si avvalgono di intermediari. …La sicurezza è comunque la medesima: entrambe operano sotto il controllo dell’Ivass e hanno le stesse regole..».
La chiusura, manco a dirlo, torna ad allacciarsi al filo conduttore del Tour, e con un artificio satirico ..degno di un ottuagenario funambolo circense con severa crisi di Parkinson, esplode una c.d. battutona da “AMMAZZARSI dalle risate”:
«Con un’assicurazione viaggio non ci spaventerà più nulla, nemmeno il tour di Jack lo Squartatore!»
Che mattacchioni! – Meriterebbero il palco di Zelig Cabaret…a ferragosto (tale è la freddura).
Ma come vanno le cose in Italia?
Oltre a creare locali con il nome dei criminali esteri (Jack the Ripper) o altri con cattive intenzioni generiche (come ad esempio “il clan dei malfattori”), riusciamo a lasciare tracce significative?
Ci ricordiamo dei nostri “criminali”? Ne serbiamo, in qualche modo, memoria imperitura? Non facciamo che finiscano relegati alla notizia del momento, col pericolo che il tempo ne cancelli le gesta?
Citiamo solo qualche esempio spregevole.
Chi non ricorderà di Erika e Omar?
Per i pochi che non sanno possono brevemente definirsi i protagonisti del famigerato “delitto di Novi Ligure” nel quale uccisero premeditatamente a colpi di coltello da cucina la madre di 41 anni e, forse perché diventato un testimone scomodo, il fratello undicenne.
Sono stati citati da:
– Fabri Fibra nelle canzoni “Cuore di latta” e “Questa vita”
– Subsonica nella canzone “Gente tranquilla”
– Immanuel Casto nel singolo Killer Star
– Truceboys nella canzone “il dramma”
– Motherstone nella canzone “300 Days To Consciousness”
– LowLow & Mostro nella canzone “Erika e Omar”
– Marracash nella canzone S.E.N.I.C.A.R.
– Club Dogo nel brano “hip hop bang bang”
– Noyz Narcos nel brano “Feelin’ Good”
– Calvani nel suo spettacolo teatrale “Le mani forti” portato in scena dalla compagnia Mixò, in collaborazione con il Teatro Metastasio stabile della Toscana
– una delle strisce storiche italiane creata da Max Bunker e Magnus alla fine degli anni Sessanta: Alan Ford – Il numero 404 (dal titolo Enrika colpisce ancora)
Probabilmente le fonti saranno di più, e magari, in divenire. Ma forse questi li avremmo ricordati comunque…
C’è qualcosa di meno conosciuto…destinato a restare nella memoria?
Presto servito: Marco Ahmetovic, rom di 22 anni che il 23 aprile scorso travolse e uccise quattro giovani di Appignano del Tronto mentre guidava ubriaco un vecchio furgone e condannato dal Tribunale di Ascoli Piceno a sei anni e sei mesi di reclusione per l’omicidio colposo plurimo di Eleonora Allevi, Danilo Traini, Alex Luciani e Davide Corradetti, tutti fra i 16 e i 18 anni.
Lui, probabilmente, non si è accorto delle vittime, ma gli affari ed il benessere, di certo, lo hanno notato.
Subito conteso dalle aziende:
– Testimonial di una linea di pantaloni, remunerato con un contratto di 30.000 euro.
– Un’altra azienda di occhiali l’ha contattato per girare uno spot
– Ha scritto un libro e ha venduto i diritti per 100.000 euro.
Pare che per scontare la sua condanna a 6 anni di arresti domiciliari sia stato sistemato in un residence a San Benedetto;
Adesso, nell’impossibilità di contenere i ripetuti conati di vomito susseguitisi in corso di scrittura, mi prostrerò a versare il contenuto delle mie elucubrazioni nella smaltata tazza del piccolo WC di casa, in forma di succhi gastrici.
Scusate la cruda sincerità, ma del resto pare di aver capito che
…c’è di peggio….
By Diego Motisi