Cinquestelle all’attacco dopo il voto al Senato che ha limitato fortemente gli ambiti dell’indagine per corruzione nei confronti dell’ex senatore Pd Papania. Parla il senatore Santangelo
Sul caso Papania i 5 Stelle masticano amaro. Il loro relatore nella giunta per le autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama, il senatore Bucarella ha dovuto prendere atto della bocciatura arrivata dall’aula del Senato della proposta di accogliere quasi per intero la richiesta arrivata dal gip del Tribunale di Palermo che si occupa dell’inchiesta per corruzione contro l’ex senatore Pd Nino Papania, stralciata dall’indagine “madre” che riguarda la malagestione della società d’ambito Terra dei Fenici e quindi dei rapporti poco trasparenti con la società incaricata della raccolta e smaltimento dei rifiuti Aimeri. Il nuovo relatore, Alicata di Forza Italia, ha ridotto gli ambiti investigativi fissando una data, al novembre 2010, sostanzialmente si è messa a disposizione del gip una telefonata e due sms, impedendo l’utilizzo di tutto il resto. E l’autorizzazione a procedere è stata così ieri concessa dai senatori. “Dinanzi all’emergere di gravi responsabilità- commenta il senatore trapanese di 5 Stelle Vincenzo Maurizio Santangelo – dinanzi al fatto che Aimeri ha proceduto ad assumere personale indicato dal senatore ottenendo in cambio il silenzio sulle proprie omissioni operative nell’espletamento del servizio assegnato non ricevendo quindi le multe che l’Ato avrebbe dovuto fare, dinanzi ad un accordo criminoso a danno dei cittadini e dell’ambiente, ieri, ancora una vola la casta ha difeso la casta, la casta ha difeso l’indifendibile !! Mi pare che non si possa proprio parlare di fumus persecutionis o di fumus mutationis , questo è il fumo che si vuole buttare negli occhi ai cittadini per proteggere la casta. Non si può più sopportare di perdere tempo davanti a fatti così chiari ed evidenti. Davanti alla giustizia uno vale uno , un ex senatore deve valere quanto vale un cittadino “. Santangelo nella sua dichiarazione ha puntato il dito contro l’ex senatore del Pd ricordando le sue vicende giudiziarie, quelle in corso a proposito di voto di scambio (dinanzi al Tribunale di Trapani in due distinti procedimenti) e quelle “antiche” quando da assessore regionale al lavoro ha dovuto patteggiare una condanna, la cui pena alla fine è consistita nel pagamento di una ammenda. “Cosa vogliamo ancora di più – conclude Santangelo – questo è stato ed è il modus operandi di un sistema politco-elettorale che non vuol cambiare pagina, questa non è la politica che noi vogliamo, per questo motivo, coloro che ieri hanno votato per non autorizzare la magistratura di Palermo, all’utilizzo di una parte delle “intercettazioni telefoniche” dell’esponente del Pd siciliano, Antonino Papania, già definito «impresentabile» dalla commissione di garanzia del partito alle ultime elezioni politiche del 2013, devono avere il coraggio di assumersi tutta la responsabilità , nei confronti di tutti gli onesti cittadini italiani”.