Indagine Aimeri: Palazzo Madama concede l’autorizzazione a procedere contro l’ex parlamentare alcamese, ma riduce gli ambiti d’indagine chiesti dalla Procura di Palermo
A quasi un anno dalla richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal gip del Tribunale di Palermo, solo ieri l’aula di Palazzo Madama ha votato favorevolmente concedendo alla magistratura palermitana di proseguire nelle indagini nei confronti dell’ex senatore alcamese Nino Papania, indagato per corruzione (favori resi dal politico in cambio di assunzioni). Nell’ambito delle indagini alcune anni fa condotte dai carabinieri, erano state fatte intercettazioni che riguardavano l’ex parlamentare, a proposito di rapporti che non sarebbero stati del tutto limpidi con la società di raccolta e smaltimento dei rifiuti, Aimeri. Si tratta di quell’indagine che proprio in questi giorni è approdata al Tribunale di Marsala e dove principali imputati, sei in tutto, sono l’ex direttore della società d’ambito Terra dei Fenici, ing. Salvatore Alestra e il manager Orazio Colimberti di Aimeri Ambiente, contro i quali si è schierato un vero e proprio muro di parti civili, dal ministero dell’ambiente, ai Comuni di Trapani ed Erice, una serie di associazioni tra le quali quella antiracket “Paolo Borsellino”. Da Palermo il processo era arrivato a Trapani, ma per competenza territoriale è adesso approdato dinanzi ai giudici marsalesi. Il gip del Tribunale di Palermo che ha stralciato la posizione di Papania, perché all’epoca delle intercettazioni era parlamentare, e dunque è risultata indispensabile l’autorizzazione a procedere. Dall’ottobre dell’anno scorso solo adesso la richiesta ha compiuto il suo iter parlamentare, ma non nel senso richiesto dal gip del Tribunale di Palermo. L’autorizzazione concessa, così come proposta dalla giunta di Palazzo Madama, ha riguardato solo le intercettazioni operate fino al 1 novembre 2010, in pratica alcuni sms. L’autorizzazione a procedere già una prima volta era giunta all’esame dei senatori, che però al primo voto hanno respinto la proposta della commissione senatoriale per le immunità che in prima battuta aveva accolto quasi per intero la richiesta del gip. La giunta è tornata così a riunirsi, è cambiato il relatore, non più Bucarella (5 Stelle) ma Alicata (Forza Italia), ed è cambiata la proposta, appunto autorizzazione a procedere molto limitata. Il nuovo relatore, il senatore Alicata (gruppo Forza Italia) ha convinto la maggioranza della commissione a proporre all’aula la concessione dell’autorizzazione all’utilizzo di conversazioni e comunicazioni dell’ex senatore Papania, per le sole intercettazioni effettuate fino al 1° novembre 2010, rigettando invece la richiesta dell’autorità giudiziaria per tutte le comunicazioni intercettate successivamente alla predetta data. Tutto in nome del “garantismo”. Sostanzialmente una sola intercettazione e due sms. Nonostante il gip del Tribunale di Palermo avesse evidenziato alla commissione parlamentare che le intercettazioni più interessanti ai fini dell’indagine erano quelle successive al 1° novembre 2010. Ieri l’’aula del Senato con 139 voti favorevoli, 45 no e 21 astenuti ha approvato la relazione della Giunta delle immunità