Nelle casse dei Comuni non c’è più un centesimo, non c’è liquidità. Questo è un dato di fatto e le colpe sono vecchie e nuove, ma ora è necessaria una soluzione. Per questo si sono riuniti i Sindaci provenienti da tutta la Sicilia che hanno condiviso i temi che sono stati posti in discussione. I problemi principali sono la mancanza di fondi per pagare stipendi, i precari e i fornitori, tutto questo aggravato dal fatto che negli ultimi quattro anni i trasferimenti correnti destinati ai Comuni sono passati da 900 milioni di euro a circa 400 milioni. Un taglio impressionante che ha prodotto una riduzione drastica dei servizi e della qualità degli stessi nei Comuni.
Questo malessere da parte dei Comuni è evidenziato dalle parole del vice Presidente dell’Anci Sicilia, Amenta, che così lancia l’allarme: “attendiamo parte delle quote relative alle spese correnti e investimenti che si dovevano trasferire ai Comuni per il 2014, così come siamo ancora in attesa di gran parte delle somme relative agli stipendi dei precari, sempre per il 2014, eppure noi gli stipendi li abbiamo garantiti anche per il 2015, indebitandoci, perché non si possono gettare intere famiglie nel baratro. Non parliamo poi del 2015 – aggiunge Paolo Amenta – per quest’anno c’è il vuoto completo e nei Comuni non siamo più in grado di poter approntare i Bilanci di previsione, proprio per l’incertezza delle entrate. In più siamo stati penalizzati con l’introduzione del Decreto 118 che impone ai Comuni di creare nei propri bilanci un fondo di salvaguardia a garanzia dei residui di dubbia esigibilità. Come dire un’ulteriore spending review che riduce risorse dai bilanci già svuotati”.