TRAPANI. Uil Scuola Trapani ritiene che le operazioni di mobilità annuale dei docenti della scuola primaria siano state eseguite scorrettamente dall’Ufficio Scolastico Territoriale e ha deciso di ricorrere al Giudice del Lavoro.
La rettifica delle operazioni, richiesta precedentemente, non ha avuto riscontro positivo e si è deciso di procedere con la diffida, che non ha prodotto nulla. Questo il motivo per cui il sindacato ha deciso di procedere per le vie legali.
“Come è noto – afferma il segretario generale della Uil Scuola Trapani Giuseppe Termini – la Provincia di Trapani ha un triste primato sul territorio nazionale, presenta un esubero di ben 37 docenti nell’organico di diritto di scuola primaria con la conseguenza che le utilizzazioni e le assegnazioni incidono profondamente sullo stato e la vita dei docenti interessati. La mobilità annuale serve a dare una speranza alla legittima aspirazione a ricongiungersi alla propria famiglia quando si lavora in sedi lontane e disagiate”.
Diversi docenti si sono riferiti al sindacato per lamentare la propria condizione di disagio derivante dal modo di procedere dell’Ust di Trapani che “all’interno della stessa fase – aggiunge il segretario -, non rivaluta la possibilità di assegnare le sedi che si rendessero libere per movimenti effettuati. Si ritiene che tale modus operandi sia in aperto contrasto con la disciplina collettiva che ha per obiettivo quello di regolare dettagliatamente ogni fase del procedimento di assegnazione per garantire il fine di assegnare con oggettività ai docenti posti in graduatoria meglio posizionati le sedi che hanno indicato riducendo al minimo il disagio rispetto a quelli posizionati successivamente in graduatoria”.
In considerazione di tutto ciò e in particolar modo “dell’atto di diffida tendente a revocare in autotutela i provvedimenti di assegnazione e utilizzazione già adottati, la Uil Scuola ha dato mandato ai propri legali per la tutela dei propri iscritti contro un’amministrazione, la cui rigidità, non di rado, ha come effetto una crescita esponenziale del contenzioso che, talvolta, comporta anche esborsi di somme notevoli da parte dell’erario”.