di Patrizia Lo Sciuto
E’ terribile quello che è successo. In sei luoghi della città di Parigi si è colpito in questo modo così aggressivo, folle, non ci sono parole per dire quello che è successo. Io ieri sera mi trovavo a quell’ora in teatro vicino la Torre Eiffel, il Theatre de Chaillot. Alle 21.20 c’è stato l’intervallo dello spettacolo che io vedevo. io ho percepito qualcosa, c’è sempre la sicurezza qui a Parigi per poter entrare in qualsiasi luogo pubblico, c’era qualcosa di strano. Lo spettacolo poi è finito e non so dirti perchè ma avevo molta fretta di rientrare a casa e così nel giro di poco ho preso la metropolitana e sono rientrata. Poco dopo hanno chiuso la metropolitana, ma ancora io non mi ero accorta di nulla. Soltanto mi sembrava molto strano che il venerdì sera per le strade non ci fosse nessuno, un deserto incredibile, erano le 22.15 più o meno. Così sono arrivata a casa e ho visto una serie di messaggi che ho ricevuto di persone a me vicine che si preoccupavano per me. Adesso sono chiusa a casa da ieri, qui c’è l’allarme rouge, cioè lo stato di allerta più alto e nel sito del ministero dell’Interno francese è consigliato di restare a casa, non uscire. Il sentimento che ho è di paura. Quello che vogliono è mettere terrore, paura?! terrore a cittadini comuni nei luoghi della cultura anche, nel teatro, nei bar. Ho visto che hanno fatto una sparatoria a Rue de Charrone, è una via molto frequentata da giovani, da persone che amano la vita, che passano una serata tra amici a bere qualcosa. Io in questi giorni che ero qui ho percepito qualcosa. Mi sono detta ma è tranquilla la città, non è così pericoloso, vedevo una certa calma, ma era una calma apparente. Mi aveva colpito qualcosa di molto particolare. In questo periodo qui a Parigi c’è il mese della fotografia. Notavo che per esempio, c’è una mostra sui fotografi arabi, non però foto di guerra, ma delle città, gli aspetti civili, fotografie più culturali. Ho percepito come un tentativo sottostante di farci un pò accettare anche dal punto di vista iconografico tramite la cultura e i canali culturali, il mondo arabo. di alleviare il terrore, perchè quando sei sulla metro e vedi questi uomini barbuti con il capo coperto subito intimamente si associano agli islamisti. Mi sono detta che era una operazione gentile quella di far passare certe immagini anche nella nostro incoscio per essere più tolleranti, più accoglienti. Quindi la mostra di foto, due sere fa sono andata a vedere uno spettacolo molto bello di musicisti siriani che hanno fatto un lavoro con danzatori turchi con la calligrafia araba. Io ho visto un tentativo da parte del governo francese di organizzare eventi culturali con il mondo arabo, con la cultura araba. Questa cosa che è successa riporta il terrore, quello che questi pazzi vogliono, il terrore per le strade, nei luoghi pubblici, è come una guerra, una guerra del 21° secolo. Non è solo nel fronte delle guerre dichiarate dove muoiono civili, soldati, ma questa è una vera guerra del 21° secolo. Sto valutando di ritornare prima in Italia, dovevo rimanere a Parigi per un periodo determinato, ma c’è tanta paura. Io personalmente ne ho tanta. Rassicuro tutti che sto bene, che sono a casa e che non vedo l’ora di tornare in Italia.