I Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale, sempre attivi e mai domi, portano avanti operazioni finalizzate alla cattura del Bos mafioso Matteo Messina Denaro, colpendo i solidali al boss e le risorse economiche utilizzate per fini mafiosi, i sintesi facendo terra bruciata intorno al boss. Tra queste operazioni quella che sta portando i Carabinieri ad eseguire un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Procura Distrettuale di Palermo, nei confronti di 4 esponenti di “cosa nostra” indagati per rapina e ricettazione aggravate dalle finalità mafiose. In particolare le indagine dei Ros e dei Carabinieri di Trapani hanno messo in evidenza gli interessi della famiglia mafiosa di Castelvetrano nell’attentato del Novembre 2013 a Campobello di Mazara (TP) ai danni di una società di trasporti, scoprendo un accordo tra le principali articolazioni di “cosa nostra” per la gestione dei progetti delittuosi comuni.
Dalle indagini è emerso, in particolare, il ruolo di Giorgio Provenzano, esponente di spicco del mandamento di Bagheria, il quale, su richiesta di Ruggero Battaglia, già tratto in arresto nella precedente operazione “EDEN 2” e nipote di Vernengo Ruggero, uomo d’onore della famiglia di Corso dei mille, si è adoperato al fine di:
– coinvolgere, per il tramite di Francesco Guttadauro, la famiglia mafiosa di Castelvetrano nella realizzazione della citata rapina al deposito di Campobello di Mazara (TP);
– reperire le autovetture e le pettorine recanti la scritta “polizia”, da utilizzare nel corso della attività criminosa;
– definire le modalità di spartizione dei proventi della rapina a favore delle famiglie mafiose di Bagheria, Castelvetrano e Corso dei mille.
Il provvedimento colpisce, inoltre, due esponenti del gruppo di rapinatori che avevano partecipato alle fasi organizzative ed esecutive della rapina (Michele Musso e Domenico Amari), nonché il soggetto incaricato della vendita della merce trafugata (Alessandro Rizzo).