L’affare Ato Rifiuti: per l’ex senatore alcamese del Pd il giudice ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Palermo. Decisione scontata dopo lo stop all’uso delle intercettazioni arrivato da Palazzo Madama, ma gli avvocati nella memoria sostengono che il reato comunque non esisteva
Il decreto di archiviazione è dello scorso 30 novembre. Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Pslermo, Fernando Sestito, ha posto la firma in calce al provvedimento che manda in archivio l’indagine su corruzione e traffico illecito di rifiuti nella quale era coinvolto l’ex senatore del Pd , il politico alcamese Nino Papania. Si tratta di quella indagine che dopo vari rinvii da un Tribunale all’altro è alla fine approdata dinanzi ai giudici del Tribunale di Marsala, processo appena avviato e dove tra gli altri sono imputati, l’ex direttore generale e deus ex machina dell’Ato Rifiuti Terra dei Fenici, l’ing. Salvatore Alestra ed Orazio Colimberti manager dell’azienda Aimeri che ha in appalto la raccolta dei rifiuti nei Comuni appartenenti all’ambito, tra questi Marsala, Alcamo, Erice. La posizione del senatore Papania era stata stralciata perchè per procedere il gip aveva bisogno dell’autorizzazione all’uso di intercettazioni operate dai carabinieri del nucleo di tutela ambientale in un periodo in cui il politico alcamese sedeva a Palazzo Madama. Ma dopo un tira e molla l’assemblea di Palazzo Madama, su proposta della Giunta per le autorizzazioni, ha autorizzato solo l’uso di una intercettazione e di due sms, quelle che trascritte presentano sotto altra luce il senatore Papania, non in combutta con Alestra e Colimberti, ma semmai vivacemente …incavolato, per come nella sua Alcamo veniva gestita la raccolta dei rifiuti. Per la verità il voto di palazzo Madama è stato doppio, dapprima c’era stato un no secco rispetto ad una proposta della Giunta per le autorizzazioni di “manica larga” rispetto alle richieste del gip , poi la Giunta ha rivisto il proprio parere, una sola intercettazione, ed il voto dei senatori è stato stavolta positivo. Ma con quella intercettazione la Procura di Palermo non poteva provare il proprio assunto e così il 26 ottobre i pm Marzella e Agnello hanno presentato al gip la richiesta di archiviazione, infine, come si diceva, accolta pochi giorni addietro dal gip. Per questa indagine il senatore Papania si vide bollare come impresentabile alle ultime nazionali e così perse l’occasione del ritorno a Palazzo Madama una volta che l’indagine, e con essa buona parte delle intercettazioni, finì sui giornali. Ma è pur vero che anche senza il senatore Papania l’indagine non si è fermata, tanto da approdare adesso in sede dibattimentale. L’accusa più pesante per Alestra e gli altri imputati è quella di avere coperto le presunte malefatte dell’Aimeri in cambio di posti di lavoro. E’ poi interessante leggere il contenuto della richiesta di archiviazione, dove si fa riferimento al contenuto dell’unica intercettazione concessa come utilizzabile da Palazzo Madama. E’ riportata la trascrizione di una telefonata tra Papania e Colimberti, a proposito di una situazione incresciosa che all’epoca (13 giugno 2010) si era determinata ad Alcamo, “la situazione è indecente – dice Papania – i cassonetti sono pieni non so se mi trovo ad Alcamo, a Palermo o in Campania“. Subito dopo Colimberti chiamava “un suo sottoposto”, Giovanni Picone al quale a fronte dei toni drammatici usati dal sen. Papania chiedeva di inserire un turno extra di raccolti dei rifiuti ad Alcamo. Picone contratto alla mano rispondeva che il servizio di raccolta domenicale non era previsto, “se stanno con un po’ di immondizia per strada non succede nulla…va fatto rilevare al Comune tra il servizio extra non dovuto e il trattamento di riconoscenza iniquo nei nostri confronti“. Per la Procura i documenti sequestrati all’Ato dimostrano che su segnalazione del senatore Papania alcune assunzioni sono state fatte, “ma non si può parlare di contropartita“. Indagine quindi chiusa, almeno per l’ex senatore che però si ritrova con altre vicende giudiziarie da affrontare e legate essenzialmente ad ipotesi di voto di scambio in occasioni delle ultime elezioni amministrative svoltesi ad Alcamo. Probabilmente per questi “processi in corso” per adesso il senatore alcamese continua nel suo silenzio. Parlano invece i suoi difensori, Di Graziano e Catanzaro che lo difendono e lo hanno difeso fin dentro Palazzo Madama. Equivoci possono apparire i contenuti dei due sms ammessi all’utilizzo del gip, Colimberti scriveva a panaia dicendo “domani contratti“, Papania rispondeva “ok“. “Era un colloquio per regolare contratti esistenti – hanno fatto notare i difensori nella memoria presentata al gip – lavoratori che già lavoravano presso l’Aimeri, lavoro precario destinato a diventare a tempo indeterminato…i nominativi interessati sono stati individuati e non riconducibili giammai al senatore Papania…altro che ruolo di istigatore e mediatore dell’affare corruttivo“. Insomma se corruzione c’è stata bisognerebbe cercarla altrove e per questa ragione c’è un processo in corso.