Le tradizioni che resistono alla modernità: Santa Lucia

SantaLuciaQuanti ancora il 13 dicembre non mangiano il pane? E quanti usano cuocere la cuccia? Sicuramente ancora c’ è chi tramanda la tradizione che vuole il digiuno nel giorno che ricorda di S.Lucia. Chi si sottrae all’usanza di mangiare panelle e arancine, o ancora il “risuttianu”: tipico modo di cuocere il riso  in tegame,”tianu”in dialetto, con molto zucchero e decorarlo poi con i codini di cioccolato colorato, detti diavulicchi. Alcune tradizioni vengono superate dalla frenesia della vita moderna, ma per tanti siciliani il giorno di S.Lucia resta un appuntamento imperdibile. La tradizione  della cottura del grano, la cuccia, vuole che risalga alla grande carestia che  colpì la Sicilia nel 1645 circa, e risolta con l’ approdo di una nave carica di frumento,  nel porto di Siracusa.

I siracusani stremati dalla carestia non persero tempo a macinare il grano per ottenerne farina ma bollirono i chicchi così come li avevano trafugati dalla nave. Naturalmente si tratta anche di leggenda, dato che il culto di S.Lucia si presenta in maniera assai diversa nel mondo, ma ciò che accomuna tutti e la grande devozione che molti hanno conservato nel tempo nei riguardi della Santa. Quest’anno la festività cade di domenica, ma non è  raro che i panifici siano chiusi se la festa cade in un giorno feriale, e si sa, i siciliani sono molto legati al pane, non vi è tavola imbandita senza, contrariamente al nord dove per  diverse ragioni  il consumo di pane è modesto. Domenica per le vie dei paesi siciliani aleggera’ quel tipico odore di olio fritto che accompagna la preparazione delle tipiche specialità : panelle,crocchette e arancine.E qualcuno ancora chiederà alla Santa la protezione della propria vista come tradizione vuole.

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