Omicidio Lombardo, terzo arresto

scimonelliIl gip conferma il fermo di Nicolosi e Fogazza, misura cautelare anche per Scimonelli. C’è anche un indagato a piede libero

Il gip del Tribunale di Palermo ha confermato il provvedimento di fermo eseguito qualche giorno addietro da Polizia e Carabinieri su ordine della Dda di Palermo che ha condotto in carcere Nicolò Nicolosi e Attilio Fogazza, di 44 anni, il primo originario di Calatafimi il secondo di Salemi, accusati di avere ucciso nel maggio 2009 a Partanna, Salvatore Lombardo. Nei confronti dei due il gip su richiesta della Procura antimafia di Palermo ha emesso misura cautelare della custodia in carcere. Analogo provvedimento è stato emesso nei confronti del presunto mandante del delitto, l’imprenditore di Partanna Mimmo Scimonelli, tutti e tre per il reato di omicidio premeditato e aggravato dal metodo mafioso. Il gip condividendo la ricostruzione fatta dai pm, Principato, Marzella e Grassi, ha ricondotto a Scimonelli l’ordine impartito a Nicolosi e Fogazza di uccidere Lombardo ritenendolo colpevole di aver perpetrato, nel dicembre 2008, il furto di un furgone e di merce ai suoi danni. A far luce sul “cold case” le recenti indagini condotte dalla Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri, dai poliziotti delle Squadre Mobili di Trapani e Palermo e dai carabinieri del reparto operativo provinciale e dei Ros, e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nell’ambito della ricerca del latitante Matteo Messina Denaro. Scimonelli, Nicolosi e Fogazza sono risultati peraltro legati da uno stretto rapporto di amicizia al momento dell’omicidio, Nicolosi e Fogazza avevano tra l’altro trascorso alcuni giorni nel Lazio in compagnia di Scimonelli, fino alla sera antecedente l’omicidio, allorquando i tre complici rientravano a Partanna. A incastrare i tre è stato l’attento riascolto delle intercettazioni e la disamina del traffico cellulare dei protagonisti, cosa che ha consentito ai pm di affermare, che vi erano stati più momenti in cui il Nicolosi ed il Fogazza, avevano avuto la possibilità d’incontrare il LOMBARDO il giorno del suo omicidio. Proprio Fogazza al momento del fero è risultato ancora oggi dipendente di una delle società direttamente controllate da Scimonelli, mentre sul conto di Nicolosi l’ordine di fermo e anche l’ordinanza odierna del gip hanno evidenziato come il 15 marzo 2010 lo stesso era stato posto in stato di fermo di indiziato dei delitto (operazione GOLEM II ) per aver tentato d’incendiare le vetture e le macchine di alcuni piccoli imprenditori, al solo fine di agevolare le attività dell’associazione Cosa Nostra. Nell’inchiesta sul delitto di Salvatore Lombardo c’è anche un altro indagato, Rosario Scalia, non raggiunto da alcun provvedimento cautelare, questi avrebbe informato direttamente Scimonelli del luogo dove si trovava Lombardo, un bar di Partanna, dove in effetti fu raggiunto dai killer. L’imprenditore Scimonelli al momento del fermo di Nicolosi e Fogazza si trovava già detenuto in carcere essendo stato arrestato lo scorso 3 agosto nell’ambito dell’operazione Ermes: l’accusa per lui quella di essere il capo della cosca di Partanna e appartenente alla cupola che si sarebbe occupata dello scambio di “pizzini” da e per il latitante Messina Denaro.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.