Caso acqua pubblica in Sicilia, il Governo regionale ha fatto sapere che non si opporrà in Corte Costituzionale contro l’impugnativa fatta dal Governo Renzi nei confronti di alcuni articoli della riforma siciliana dell’acqua pubblica di agosto. Una riforma che avrebbe permesso a Regione e Comuni di avere ampi spazi di contrattazione sulle tariffe e la qualità dei servizi, a differenza di quanto prevedeva la vecchia legge del Governo Cuffaro con cui si privatizzava, nella sostanza, la gestione dell’acqua in Sicilia.
Nonostante le rassicurazioni dell’Assessore Contraffatto sul fatto che in Sicilia l’acqua rimarrà pubblica si sono levate molte perplessità, tra queste quella della Federconsumatori: “Viene calpestata – afferma il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – la volontà espressa dai siciliani con i referendum del 2011 e con la promozione di una legge di iniziativa popolare e consiliare per l’acqua pubblica sottoscritta da cittadini e Consigli Comunali”.
Lo scetticismo di Federconsumatori è dato anche dal fatto che non è ancora stato applicato l’articolo 5, comma 5, della riforma che obbliga le aziende operanti nel settore in Sicilia a riutilizzare l’acqua impiegata all’interno dell’impianto nel processo industriale.
Non è stato applicato nemmeno l’articolo 6, che dava mandato al Presidente della Regione di valutare l’esistenza dei presupposti per procedere alla rescissione dei contratti vigenti, o quanto meno, di procedere alla revisione della convenzione con Siciliacque. Non sono stati applicati, infine, gli articoli 8 e 12 che prevedono rispettivamente ampie forme di partecipazione dei cittadini nella formazione delle tariffe e l’istituzione di Commissioni Tecniche presso gli ATO idrici in liquidazione per verificare eventuali inadempimenti contrattuali da parte di soggetti gestori privati.
“L’assessore regionale – commenta La Rosa – afferma che l’acqua è e resta pubblica ma, nel frattempo, non vengono applicate tutte le norme già esistenti affinché ciò avvenga veramente. Ora, a detta dello stesso assessore, tale legge in gran parte inapplicata verrà riscritta seguendo i dettami del Governo di Roma. Temiamo – conclude La Rosa – che Roma sia ancora più distratta di Palermo nel tutelare i diritti dei cittadini-consumatori di fronte alla ricerca del profitto da parte delle multinazionali del settore acqua”.