ALCAMO. In attesa di conoscere gli altri candidati della tornata elettorale che Alcamo si appresta a vivere, la redazione di Alqamah.it ha incontrato il candidato che ha già espresso con certezza la propria volontà di concorrere alle prossime amministrative locali: Alessandro Calvaruso, geometra e consigliere comunale.
Partiamo dall’atmosfera che si respira in questi giorni in città, cosa sta accadendo?
Si respira una grande confusione dettata dalla solita tendenza politica di parlare di questioni che non riguardano la cittadinanza ma di poltrone e potere. Manca, ed è mancato in questi anni, un piano di sviluppo da parte di tutte le forze politiche in gioco che permettesse ai cittadini di riconoscersi in qualche progetto, adesso è troppo tardi per parlare di promesse e programmi elettorali, soprattutto da parte di chi da 20 anni amministra senza alcuna programmazione ma anche di chi sapendo non denuncia. Allo stesso tempo anche i nuovi della politica se non sono dentro le questioni tecniche difficilmente potranno cambiare qualcosa solo per spirito di rivalsa e rivoluzione se non conoscono le questioni tecniche. Non vedo, poi, avversari di destra al momento, poichè non mi sembra esistere destra ad Alcamo. Ad ogni modo sono disponibile al confronto diretto e pubblico con gli altri candidati quando si paleseranno definitivamente dai vari movimenti e partiti. Al di là delle beghe politiche considero i candidati persone rispettabili e probabilmente stimate però non basta solo questo alla città. Serve determinazione e libertà di agire con tutti i mezzi per scardinare vecchi sistemi che non hanno permesso ad Alcamo di progredire. Non serve neanche un sindaco che deve metterci del tempo prima di cominciare a capire ma occorre capacità, unita a correttezza e conoscenza della macchina amministrativa per operare sin da subito.
Per quanto riguarda lei e la sua candidatura, cosa può dirci?
Vengo da un’esperienza di 19 anni in cui sono stato sia consigliere comunale che assessore e dove ho lavorato mettendo al centro della mia missione lo sviluppo e i fatti concreti. Cio che ho portato avanti in questi anni ha una precisa documentazione ed è attestato anche da numerose segnalazioni alla procura laddove ho visto qualcosa non quadrare per la mia città. La differenza tra me e i partiti è che io sto offrendo un programma tecnico e non politico, un sistema diverso di progettare per i cittadini e non per la poltica. Altra differenza sostanziale è quella con il movimento 5 stelle, probabile protagonista della prossima campagna elettorale, cui manca l’esperienza politico-amministrativa necessaria ad amministrare un paese. L’obiettivo mio è quello di andare verso un’amministrazione fatta di competenze reali e non di poltrone occupate per questioni lontane dalla cittadinanza, sistema che ha già prodotto le macerie attuali che compongono la città di Alcamo. Motivo per cui da me verranno nominati solo assessori competenti e specifici per i vari settori, gente che sappia di cosa andrà a a trattare.
Quali sono gli “ingredienti” principali della sua candidatura?
Intendo occuparmi di 3 questioni, tra le altre, che ritengo fondamentali e sono l’edilizia, il recupero crediti e l’acqua. Si tratta di tre argomenti su cui già ho presentato esposti in procura e su cui ci sono anche indagini in corso per atti che il Comune di Alcamo ha prodotto in maniera inesatta o non facendo il proprio interesse di tutelare le casse comunali, e di conseguenza i cittadini che pagano le tasse. Ho operato in questi anni per vigilare su tali questioni e ho documentazione che attesta ciò che è stato fatto di illecito e ciò che va cambiato. Dei 45 milioni euro (45 milioni di euro!) non introitati dal comune di Alcamo, 15 non sono più esigibili in quanto passati in prescrizione e questo è gravissimo per un comune che da anni sfora il patto di stabilità. Tutti conosciamo la vicenda dell’Aipa, cui è stato affidato il servizio di riscossione dei tributi ma i casi sono diversi e gli occhi chiusi dalle passate amministrazioni hanno lasciato pesanti strascichi. La trasparenza è il criterio che ho chiesto in questi anni da consigliere presentando richieste e interrogazioni volte a rendere pubblici i nomi dei dirigenti del comune indagati, per darne notizia alla cittadinanza che ha il diritto di sapere da chi è amministrata, e tutte le questioni su cui vengono spostati i soldi comunali. Sui sinistri, ad esempio, altro argomento su cui si potrebbe aprire un altro lunghissimo capitolo, di cui il comune paga le spese e i rimborsi, va detto che l’avvocato del comune spesso non si presentava alle udienze o non difendeva concretamente il comune stando a quanto attestano alcuni atti giudiziari (in una causa il giudice ha avuto da scrivere che la difesa aveva addotto motivazioni fin troppo puerili). Dopo una mia denuncia gli incidenti aventi il comune come parte in causa sono calati drasticamente del 50%, a questo dato va però aggiunto che molti dei sinistri precedentemente portati in tribunale non avevano l’opportuna documentazione o una concreta dimostrazione dell’accaduto, lasciando pensare ad un sistema di truffa a danno delle casse comunali.
Nondimeno anche l’edilizia ha subito pesanti rallentamenti e situazioni ai limiti dell’inverosimile con concessioni date, revocate, bloccate e un rallentamento che ha comportato la morte del settore edile di Alcamo ad opera di poche persone che hanno deciso le sorti per tutti.
L’acqua diceva… argomento di tutte le campagne elettorali alcamesi…
… molti hanno detto di voler fare qualcosa pubblicamente ma di fatto nulla è cambiato nel tempo e una parte dei problemi che potrebbero essere risolti con un investimento minimo diventano invece questioni quotidiane di massima urgenza per riparazioni di tubature e quant’altro. Una soluzione sarebbero i riduttori di pressione, il cui costo è intorno alle 300 euro per pezzo, che eviterebbero il continuo “esplodere” di tubature che non reggono la portata dell’acqua che dalla montagna scende a valle con una forza impetuosa. Queste azioni di urgenza non risolvono realmente il problema che difatti continua a presentarsi ma servono unicamente a continuare ad agire di massima emergenza.
Personale ed uffici comunali sono altro argomento di cui tanto si discute…
Ciò che va fatto, a mio parere, è un lavoro di internalizzazione di alcuni servizi ed esternalizzazione di altri. Ma non per il puro interesse di dare all’esterno appalti ma in un ottica di Comune come azienda che deve produrre servizi e benessere. La soluzione che auspico è quella di esternalizzare determinati servizi a ditte esterne cui fare confluire anche il personale comunale, sempre a rischio di licenziamento con i contratti a termine, di modo che si risolvano allo stesso tempo due problematiche, quella del lavoro da effettuare e quella del precariato comunale su cui molti fondano anche il proprio elettorato.
Spazio ad altre realtà nel suo progetto politico?
Il percorso iniziato non è solo mio ma condiviso da tutti coloro che fino ad oggi hanno contribuito in maniera positiva alla stesura di un programma (n.d.r. soprattutto al momento Giuseppe De Blasi e Marianna Vario che hanno mostrato pubblico interesse a condividere tale percorso), lo hanno fatto in maniera umile e in silenzio, senza slogan politici. Il nostro motto è la concretezza. Gli slogan, il libro dei sogni o altro, facciamoli fare a chi è professionista di questo, noi non lo siamo e non lo saremo mai. Stando ogni giorno tra la gente capiamo cosa vuol dire disoccupato. Capiamo come si perde la dignità di uomo quando non si ha più la capacità di portare a casa un euro per sfamare i propri figli.
Nessun commento sull’Ospedale?
L’attuale ospedale è stato depotenziato in maniera scientifica ed ad oggi il progetto di un nuovo ospedale, auspicato da Bonventre, non è neanche lontanamente realizzabile. Ciò che occorre fare è potenziare la struttura esistente e riportarla ai tempi in cui era bacino in grado di contenere i bisogni di un largo comprensorio di cui Alcamo era solo centro. Parlare di un nuovo ospedale è privo di senso ma un piano di recupero del vecchio è possibile.