“Molto di ciò che passa nella nostra mente è inconscio e sconosciuto”
Sigmund Freud
Quando si parla di inconscio si tratta di quella parte della coscienza umana che per lo più la persona sconosce ma che nonostante questo ha una sua precisa forza e azione sul vivere quotidiano. Ampiamente teorizzato da Freud e supportato da teorie e autori successivi ancora oggi questo concetto continua a dare spunti interessanti di lavoro e riflessione sulle questioni più giornaliere quanto su quelle più rilevanti.
Quanto più la persona, involontariamente, scaccia via pensieri, emozioni, desideri, speranze, paure, tanto più queste riaffiorano alla prima occasione in cui trovano uno spiraglio aperto. Abbiamo già parlato in passato dei lapsus, ma ciò accade anche nei sogni dove il livello cosciente è così basso che l’inconscio può mettersi alla regia e dare il via a scenari davvero incredibili, e così accade anche in quello che viene definito autosabotaggio.
La stessa cosa accade, infatti, quando un conflitto è presente tra ciò che è cosciente e ciò che sta al di sotto della coscienza. Può accadere, infatti, che a parole ci si muova verso una direzione apparentemente chiara e precisa ma con i fatti si vada nella direzione opposta. “Da lunedì comincio la dieta”, “domani comincio a fare gli allenamenti”, “da oggi questa cosa qui la curo tutti i giorni invece di fare sempre tutto all’ultimo momento”, quante volte ci siamo trovati dire queste cose? Ma quante volte realmente le abbiamo portate a termine?
Possiamo trovare innumerevoli scuse e tutte per lo più anche plausibili ma spesso non consideriamo qualcosa che in realtà è presente ma non si vede, un meccanismo nascosto di cui possibilmente ci siamo dimenticati perchè ormai particolarmente assuefatti ad usarlo. L’autosabotaggio si annida proprio nell’abitudine, nel vantaggio secondario di certe azioni che non viene considerato come tale. L’autosabotaggio non è qualcosa di cui hanno la responsabilità o la colpa eventi o persone esterne, è un meccanismo proprio, una sorta di sgambetto, o di autogol che compie la persona stessa.
Un esempio pratico di autosabotaggio? Prendiamo la prima delle frasi precedenti… è possibile che in alcune fasi della nostra vita abbiamo trovato nel cibo conforto, probabilmente anche più di quanto ne abbiamo potuto ottenere da chi ci circondava… ebbene sappiamo benissimo quali sono le controindicazioni del mangiar troppo, eppure non riusciamo proprio a disfarci di alcune cattive abitudini. Probabilmente anche in questo periodo stiamo vivendo qualcosa su cui abbiamo bisogno di sentirci confortati e ancora una volta il cibo si rivela disponibile e presente. Quasi certamente non ci riusciremo definitivamente a porre fine a queste azioni dannose fin quando non avremo compreso la radice più profonda che ha causato queste abitudini e solo dopo aver scelto di andare avanti con decisioni diverse potremo coscientemente farlo. L’autosabotaggio si può superare solo sapendo come abbiamo imparato a innescarlo in modo così automatico da non renderci più conto. L’esempio dell’alimentazione è solo uno dei tanti possibili perchè in realtà si può annidare in tantissime azioni quotidiane e le spiegazioni possono essere per ciascuno anche molto diverse.
I primi nemici di noi stessi siamo proprio noi quando non ascoltiamo più cosa accade dentro il confine della nostra pelle, quali sensazioni e pulsioni si muovono in qualsiasi istante della nostra vita. Sarebbe molto più semplice forse vivere senza inconscio, come vorrebbero alcuni personaggi contemporanei, ma è ancora più interessante trovare le strade per conoscerlo e portare alla luce conflitti ed armonie per vivere più profondamente se stessi e ciò che ci circonda.