Il sindaco Errante chiede poi all’on. Ruggirello di convincere il suo consigliere a dimettersi, il sindaco, pronto sempre a prendersela con stampa e quella certa antimafia senza volto, fa però autocritica
Conosciamo bene il sindaco Errante e il suo modo di esternarsi all’opinione pubblica. Lo fa di solito e quando le questioni sono spinose, sempre con lunghe filippiche che spesso non portano a nulla se non lasciare le cose così come stanno magari dopo aver detto di volerle cambiare. Non ha cambiato registro anche nel caso Giambalvo, ossia di quel consigliere comunale assolto ma incastrato da un punto di vista etico e morale dalle sue parole, intercettate dai carabinieri mentre era indagato, e con calore dedicate al capo mafia , stragista, e assassino Matteo Messina Denaro. Ancora una lunga nota, i rimproveri alla tempesta mediatica e a certa antimafia, per arrivare al punto che non è diverso da quello espresso dai consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione: “Giambalvo deve dimettersi”. E se non lo fa Errante assicura “sono pronto, per i valori non negoziabili nei quali credo, a porre in essere ogni utile e nessuna esclusa iniziativa in difesa della comunità amministrata”. Pensa alle dimissioni Errante? No forse siamo dinanzi alla solita nota che fa intravedere uno scenario e però contemporaneamente si sostiene di mantenere l’esistente. Le dimissioni non ci saranno ed Errante già lo anticipa facendo un lungo elenco di problemi cittadini da affrontare inconciliabili, secondo questo suo ragionamento, con eventuali dimissioni. Quando invece forse le dimissioni dovrebbero arrivare già per il malessere che si coglie nella comunità amministrata di Castelvetrano, caso Giambalvo a parte. A merito del sindaco va però riconosciuta una forte presa di posizione in forma autocritica, cosa questa perfettamente nuova, perché se Giambalvo è consigliere comunale lo è per le scelte fatte da Errante: “Non ho mai ritenuto di essere un politico/amministratore infallibile, anzi è probabile che alcune scelte operate in questi 4 anni di mandato possono essere state opinabili. Una di queste è quella di avere consentito al signor Calogero Giambalvo, di essere candidato prima e di subentrare poi in Consiglio Comunale, con la nomina di Giuseppe Rizzo ad Assessore”. Uno stoccata Errante la dedica all’on. Paolo Ruggirello, e forse qui sta il senso della nota diffusa alla stampa. Per storia. Giambalvo durante la vigilia elettorale si affiancò ad Errante dopo che a chiudergli la porta in faccia era stato l’on. Giovanni Lo Sciuto, allora avversario di Errante.
Poi Giambalvo si avvicinò al gruppo di Articolo 4 dell’on. Ruggirello. Avvicinamento che Errante ricorda dando pure una stoccata al Pd: “Fatti che potranno essere confermati dall’On. Paolo Ruggirello, allora leader del movimento di Articolo 4, oggi autorevole esponente del PD trapanese”. Forse Errante vuole dire che la questione Giambalvo è nelle mani di Ruggirello e un po’ anche nelle mani del Pd? In poche righe la lettera del sindaco Errante svela subito la sua strategia politica. Il caso Giambalvo non mi appartiene, non appartiene al consiglio comunale ma è solo nelle mani dell’on. Paolo Ruggirello. Forse per dire questo non ci volevano tre pagine fitte di comunicato. Errante continuando torna a ripetere le cose che ha detto sempre, e cioè di dovere occuparsi della difesa della comunità “dal pericolo di infiltrazione mafiosa nelle istituzioni e, al contempo, dalla prepotenza di certa antimafia parolaia che, più che scuotere le coscienze inducendole al bene, spesso persegue fini diversi da quelli sbandierati”. Mafia e certa antimafia per Errante sono ugualmente un pericolo. Ora la mafia sappiamo cos’è, siamo in attesa di conoscere i nomi e i volti da mettere a quella che lui chiama “certa antimafia”. Proseguendo arriva conferma che le dimissioni non ci saranno: “Sarebbe da vigliacchi, a mio modesto avviso, abbandonare la guida di una nave quando solca un mare in tempesta. Il primo dovere di chi riveste ruoli istituzionali è quello di caricarsi di responsabilità che altri, per ragioni diverse, o non hanno o non ritengono di assumersi”. Errante si sente tranquillo e rivendica positivi riscontri arrivati a livello istituzionale, a cominciare, lo dice lui, dal prefetto di Trapani Leopoldo Falco. E conclude: “Decida ognuno come contribuire al bene della propria Città in assoluta coscienza; al consigliere Calogero Giambalvo l’invito a togliere di imbarazzo i propri concittadini, a me il compito istituzionale di riscattare la storia di Castelvetrano e restituirla senza macchie ai suoi Padri più nobili e con decoro agli onori della cronaca”. E infine: ” Qualora la presente nota non dovesse sortire l’effetto che si propone, sono pronto, per i valori non negoziabili nei quali credo, a porre in essere ogni utile e nessuna esclusa iniziativa in difesa della comunità amministrata”. Siamo curiosi di sapere quale possa essere questa iniziativa se nemmeno l’on. Ruggirello sarà capace di convincere Giambalvo alle dimissioni. Ci sembra che ancora oggi più fondamento trovano le parole dell’on. Claudio Fava che da vice presidente della commissione antimafia ha invitato il Consiglio, e la Giunta, alle dimissioni in nome di quella legge che seppure non scritta esiste ed è la legge che vorrebbe prevalere su tutto le regole dell’etica e della moralità. Non può pretendere di sopravvivere una amministrazione e con essa un Consiglio che dicono di combattere la mafia avendo al loro interno un fan sfegatato di Matteo Messina Denaro. E’ la spina che bisogna staccare, una eutanasia politica che nessuno potrà mai dire di non condividere, ma raccoglierebbe solo apprezzamento e condivisione.