Ancora una volta a Trapani c’è chi “tifa” Matteo Messina Denaro

11d7655b-f42d-442b-a985-f8581b5603beTRAPANI. Ecco che ci risiamo. Ancora una volta a Trapani, nel feudo del sanguinario boss Matteo Messina Denaro, qualcuno ostenta e “tifa” ancora per lui.

Come se fosse una partita di calcio. Un tifo spietato, meschino, irritante. Una tifoseria ancora aggrappata al passato, alla “riverenza” e alla “spacconeria” mafiosa. Matteo Messina Denaro per molti, soprattutto per i più giovani, che abitano principalmente nei quartieri popolari non solo di Trapani ma dell’intera Sicilia, è visto come un mito, da imitare. Un problema culturale che trova più spazio tra le classi meno abbienti, ma che è presente anche tra le classi istruite. Nel corso degli anni è diventato un fenomeno davvero molto diffuso.

In molti quartieri delle grandi città siciliane, i boss sono ancora visti come “déi” da adorare e un giorno raggiungere e magari superare.

Questa foto che un lettore ci ha inviato da Trapani, più precisamente dal quartiere sud “Fontanelle-Milo”, chiamato da molti “Bronx” per la sua cattiva fama, dimostra quanto detto. “W Matteo Messina Denaro”, “Matteo siamo con te”. Scritte su un muro che gridano allo scandalo, nel silenzio generale. Già, perché queste scritte si trovano lì dal mese di dicembre, e dopo mesi si trovano ancora lì (almeno fino alla settimana scorsa). Nessuno le toglie perché evidentemente non danno fastidio. Non rappresentano un problema. Non creano imbarazzo. Scritte in una terra che per anni ha subito l’oppressione mafiosa. Terra di morti ammazzati. Ammazzati ancora una volta dall’indifferenza generale. Questo perché in fondo a queste frasi, purtroppo, ci siamo abituati un po’ tutti…e forse, in fondo, Gesualdo Bufalino aveva ragione: “La mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari.”

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.