Un consigliere ingombrante e la cappa mediatica

ConferenzaFelice Errante stampa del sindaco di Castelvetrano Felice Errante, il grazie ai consiglieri e l’attacco a chi ha sollevato il caso “Giambalvo

Il sindaco Felice Errante stamattina ha convocato una conferenza stampa nel suo ufficio al Municipio di Castelvetrano. Più che una conferenza stampa è stata una sorta di uscita pubblica dopo il “caso Giambalvo” per la presenza di altri politici, alcuni deputati nazionali e regionali, a lui vicini, i consiglieri comunali della maggioranza, anche quelli che protestavano contro uno scioglimento anticipato del Consiglio dopo l’esplodere del “caso Giambalvo”, quel consigliere comunale intercettato a dir fin troppo bene della famiglia mafiosa dei Messina Denaro. Dobbiamo dire, avendo ascoltato in streaming le parole del primo cittadino, che non abbiamo sentito dire alcuna novità, se non ripetere la solita litania, che serve sempre e soltanto a puntare il dito contro la stampa per il risalto, negativo, che si dà alla città di Castelvetrano. Non sprechiamo la pazienza dei lettori a ripetere perché le cose non stanno in questo modo. Diciamo solo che i giornalisti che hanno scritto di Castelvetrano lo hanno fatto mettendo sempre nome e cognome alle cose, uno per tutti quello di Matteo Messina Denaro , raccontando delle scorribande criminali e mafiose sue, dei suoi familiari, dei suoi complici. La stampa di Castelvetrano si è anche spesso occupata raccontando anche altre cose, belle, magnifiche, ma di questi reportage Errante, a convenienza, non mostra memoria. Ma c’è una cosa che ci ha particolarmente colpito e ossia la risposta che il sindaco ha dato alla collega Piera Pipitone. Le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali è arrivata non come presa di posizione contro il ritorno in aula di Lillo Giambalvo che per quanto assolto resta inchiodato alle responsabilità etiche e morali (che a quanto pare nessuno dei politici castelvetranesi si è mai preoccupato di spiegargli cosa significano) per quelle parole a vanvera, e vero probabilmente frutto di millanterie, pronunciate sui suoi commoventi e incontri con i boss. Immaginare che possa essere vero che Lillo e Matteo si incontrino e si abbraccino per piangere a dirotto è cosa davvero da pazzi, lo stragista Matteo che piange quando non si è fermato neanche dinanzi alla morte di due bambini di 9 anni e 50 giorni, come è accaduto nel 1993 a Firenze, nell’attentato di via dei Georgofili, o quando ci fu da uccidere il giovanissimo Giuseppe Di Matteo. Le dimissioni sono arrivate – risposta del sindaco Errante – perché la pressione mediatica è stata notevole, esagerata, “senza l’effetto mediatico non ci sarebbe stata alcuna dimissione”. Ed allora non è solo perché ci sentiamo parte in causa che diciamo benvenuta pressione mediatica, dinanzi ad una politica fatta da piccoli uomini che non hanno percepito il danno politico e istituzionale che provocava la presenza di Giambalvo in Consiglio comunale. Non ci piace il ruolo che di sè ha rappresentato il sindaco Errante, perché proprio non lo vediamo come il “Cristo alla colonna”. Ha così affermato che il caso Giambalvo è stata una scusa per mettere lui sotto accusa, “deliri e rancori contro Errante” ha detto di averne raccolti parecchi, “Errante non è all’altezza di fare il sindaco”, e così si è tolto qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del Pd tornando come già fece un tempo a seminare zizzania: “tanti esponenti del Pd mi hanno chiamato per esprimermi solidarietà”. E’ scivolato sulla solita sceneggiatura il sindaco Errante e ce ne dispiace quando semmai avrebbe avuto occasione di difendere meglio e bene la comunità che non è offesa per Giambalvo ma per la presenza di un pugno di imbecilli che non millantano nulla e che difendono e proteggono i Messina Denaro. Errante ha ancora una volta posto il mirino verso la parte sbagliata, la stampa. Quando scriviamo che a Castelvetrano, e nei territori circostanti, esiste una forte e penetrante presenza mafiosa, lo diciamo perché sostenuti da centinaia di pagine di sentenze, dalle parole di magistrati e giudici, di poliziotti e carabinieri, dai conti segreti e illeciti scoperti dalla Finanza e dalla Dia. Durante la conferenza stampa, prima di prendere la solita piega, una cosa giusta Errante l’ha detta, “le dimissioni della maggioranza dei consiglieri sono un segno di libertà che si vuole opporre al mafioso Messina Denaro”, ma forse la verità vera è che i consiglieri che si sono dimessi lo hanno fatto per ordini arrivati dall’alto, dal ministro dell’Interno in persona, dalla necessità di spegnere ogni spunto di intervento alla commissione nazionale antimafia che ha accolto l’invito del suo vice presidente Claudio Fava a tornare a Trapani dove da approfondire non c’è solo il caso Giambalvo e Castelvetrano, ma tante altre cose. Lo abbiamo già scritto e lo torniamo a scrivere. Il “caso Giambalvo” rappresenta qualcosa di vecchio perché da decenni si intercettano personaggi più o meno appartenenti alla borghesia castelvetranese che parlano bene, fin troppo bene dei Messina Denaro, Giambalvo avrà sentito da altri ed ha ripetuto perché nella sua ignoranza ha capito che darsi questo alone di conoscenze mafiose serve a qualcosa. E parlava ad un altro politico, ad un altro consigliere comunale, Ciccio Martino, che a sua volta nell’intercalare dei discorsi tra i due commentava felice a proposito di un blitz andato a vuoto per la cattura di Messina Denaro, sempre riferito da Giambalvo, diceva, “menu male che unnupigghiaro”. Era scontato che Errante oggi non annunciava le sue dimissioni, lo sapevamo, le ha rinviate a data da destinare. Come la cattura di Matteo Messina Denaro, sempre rinviata a data da destinare.

 

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.